Il mito dello Slender Man: torbida realtà o pura paranoia?

Avete tutti presente la storia per cui ogni anno, di notte, mentre si dorme si ingeriscono almeno 8 ragni?

È una balla. Ma sapete da dove è nata quella balla? Da internet. Un ragazzo voleva testare quanto le balle su internet si propagassero facilmente e particolarmente in fretta e ha fatto leva su qualcosa che fa schifo a molti: i ragni. Con un film appena uscito al cinema ed un videogioco alquanto inquietante, la storia dello Slender Man è qualcosa di molto simile, se non fosse che è diventato qualcosa di ben più pericoloso di una bufala di internet. Ma è nato così, vincendo un concorso di fotoritocco. Ah, non lo sapevate? Pensavate che lo Slender Man, l’uomo alto e snello, senza faccia ma vestito benissimo, fosse un mostro di secolare tradizione?


Magari che rapisse bambini fin dagli albori della storia dell’uomo in chissà quale racconto del folclore popolare? Mi dispiace comunicarvi che lo Slender Man, in realtà, è nato solo nel 2009, dalla mente di un ragazzo, propagandosi poi a macchia d’olio in rete e scatenando le più variegate reazioni. E ciò non vuol dire che non abbia messo in moto disastri e plagiato menti fragili ed ingenue. Ma ripercorriamo la storia di questo mito moderno.

Come abbiamo detto, lo Slender Man è un mostro completamento moderno. A differenza dei vampiri o dei licantropi, l’uomo alto ha avuto il suo inizio nella memoria contemporanea, grazie ad un concorso del 2009 all’interno del forum Something Awful. Il contest era molto semplice: bisognava ritoccare delle fotografie, inserendo al loro interno una qualche entità oscura, misteriosa o spaventosa. Uno degli utenti, Eric Knudsen, sotto lo pseudonimo di Victor Surge, ha dato vita a questa figura alta e slanciata, alle spalle di alcuni bambini all’interno di un parco giochi.


Ma Knudsen non si è limitato al fotoritocco: per rendere le sue immagini ancor più angoscianti vi ha inserito delle didascalie alquanto criptiche, come “Non volevamo andare, non volevamo ucciderli, ma il suo silenzio persistente e le braccia tese inorridivano e ci confortavano allo stesso tempo…- 1983, fotografo sconosciuto, presunto morto”. Inquietante, non vi pare? Da quel momento in poi è stata un’ascesa senza paragoni

Dopo il post iniziale, altri utenti su Something Awful hanno preso il concetto di Slender Man e l’hanno manipolato, rendendolo ancora più forte e diffondendolo ovunque. Anche se non esiste un canone ufficiale, l’uomo snello è quasi sempre raffigurato senza volto, alto e magro, con un abito scuro ed elegante. Ha braccia sproporzionatamente lunghe, talvolta disegnate come tentacoli, e pare possa essere in grado di far spuntare nuove membra a volontà.

Lo Slender Man è strettamente associato alle aree boschive ed è spesso in grado di cambiare forma o teletrasportarsi per accorciare la distanza tra sé e le sue vittime, che di solito sono bambini.


Il forte problema dei fenomeni online è che, talvolta, menti fragili possono finire per credere a storielle come questa e commettere atti inimmaginabili.

Il 31 maggio 2014, la dodicenne Payton Leutner di Waukesha, nel Wisconsin, è stata attaccata da due amiche e pugnalata 19 volte in un apparente tentato omicidio. Sanguinante dalle ferite alle braccia, alle gambe e al busto, Payton riuscì a trascinarsi sulla strada, dove un ciclista di passaggio riuscì ad aiutarla. Starete pensando “e questo cosa c’entra con lo Slender Man?”. Ve lo spiego subito.

I presunti colpevoli, la dodicenne Morgan Geyser e la dodicenne Anissa Weier, hanno confessato durante l’interrogatorio della polizia e hanno ammesso di aver pianificato l’attacco per mesi. Il loro motivo era quello di voler compiacere l’uomo snello. Come abbiamo già affermato, non esiste affatto una base di folclore per questo fenomeno, in quanto si tratta di una moderna invenzione di Photoshop, formulata per un pubblico esclusivamente di Internet. Le ragazze che sono state attratte dallo Slender Man hanno inventato retroscena di mostri per giustificare qualcosa che non esiste al di fuori dello schermo di un computer.


Il Washington Post ha riferito che durante le indagini sulle pugnalate di Payton Leutner, una delle ragazze ha affermato: “Molte persone non credono che Slender Man sia reale. Noi volevamo dimostrare che gli scettici sbagliavano”.

Non c’è niente da dimostrare, però. A differenza della maggior parte delle creature mitiche, possiamo rintracciare le origini fittizie dello Slender Man fino alla fonte.

Il caso concretamente grave di Morgan Geyser e Annisa Weier non è l’unico, però, dove il mito dello Slender Man ha rischiato di mietere vittime.

Solo cinque giorni dopo l’attacco alla dodicenne, una donna della contea di Hamilton, nell’Ohio, ha chiamato la polizia dopo essere tornata a casa dal lavoro e essere stata aggredita con un coltello. Il presunto aggressore era la figlia tredicenne della donna che, secondo la madre, l’aveva accolta mentre indossava un cappuccio e una maschera bianca.

Sembra che la figlia abbia alle spalle una storia di malattie mentali e un’ossessione per il mito di Slender Man e altri creepypasta letti online. Pare infatti che gli adolescenti che sono attratti in maniera così morbosa da Slender Man di solito abbiano problemi di salute mentale preesistenti, magari non trattati o non precocemente diagnosticati. Ciò consentirebbe a ragazze come quelle citate di entrare in empatia con la fittizia mitologia di Internet in modi alquanto pericolosi.


I miti dell’uomo snello, infatti, attingono coscientemente alla mitologia esistente online e a numerosi riferimenti alla cultura pop. Ma perché siamo così attratti dal macabro?

Sembrerebbe che le persone, avendo da tempo conquistato la vittoria alla lotta alla sopravvivenza, semplicemente non possano fare a meno di terrori personificati. Ma a volte la creazione di incubi, demoni e mostri non sono altro che il tentativo più o meno riuscito di esorcizzare paure più antiche, paure che non ci lasciano mai e che non hanno volto, un po’ come lo Slender Man.


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