Dalla “sindrome della testa che esplode” alla sexsomnia a quegli spasmi che capitano ogni tanto prima di addormentarsi (cosa sono?)
Il sonno è una delle cose che più accomunano l’uomo alla stragrande maggioranza delle altre specie animali: per quanto attivi o pigri possiamo essere, a un certo punto della giornata il nostro organismo ci fa capire che è arrivato il momento di riposare per qualche ora. Passiamo in media un terzo della nostra vita in uno stato di alterazione della coscienza e della volontà, in cui perdiamo la cognizione del tempo e – nelle fasi più profonde – del luogo in cui ci troviamo.
Proprio in quelle ore di cui non ricordiamo nulla, salvo qualche sogno sconnesso, succedono un sacco di cose al nostro organismo, che si barcamena tra la necessità di recuperare le energie e quella di mantenerci in salute. A volte ci riesce, in altri casi qualcosa va storto e smettiamo di respirare, siamo presi da crisi di terrore o ci svegliamo prigionieri del nostro corpo, che non si muove.
Chi ne soffre smette di respirare per alcuni secondi, a volte minuti, mentre sta dormendo. L’interruzione della respirazione, e quindi il minore volume di ossigeno assorbito, causa un aumento dell’anidride carbonica nel sangue che viene rilevato da alcuni recettori, i quali inviano un segnale al cervello per indurre il risveglio della persona e farle fare un respiro profondo.
La persona resta sveglia per pochi istanti, sufficienti per espellere l’anidride carbonica in eccesso e ripristinare l’ossigenazione del sangue, poi si riaddormenta. Il fenomeno avviene automaticamente e spesso non si ha coscienza di avere avuto un’apnea.
La cosa può capitare saltuariamente a tutti, se però se ne verificano almeno cinque in un’ora si parla di sindrome e possono essere necessari interventi per trattarla. Spesso ci si accorge di avere questo problema perché di giorno si è molto stanchi: i microrisvegli interrompono il sonno più volte e riducono quindi i suoi effetti riposanti.
L’apnea notturna può essere: centrale, se manca per qualche tempo il riflesso che ci porta a respirare; ostruttiva, se la causa è dovuta a qualcosa che ostacola la respirazione, come parte del palato o dei tessuti molli della gola che ostruiscono le vie aeree; ci sono poi casi in cui c’è la concomitanza di entrambe le cause. Le terapie variano molto e si va da semplici cambiamenti negli stili di vita (dieta, meno alcol, cambiare posizione, tecniche di rilassamento) a interventi chirurgici nei casi più complessi e legati ad apnee ostruttive.
PARALISI NEL SONNO
È tra le cose più inquietanti e spaventose che possano succedere: ci si sveglia, si è coscienti, ma non si riesce a muoversi. L’effetto, che talvolta si verifica anche nella fase dell’addormentamento, dura pochi secondi, ma sono noti casi in cui si prolunga per minuti. Ciò che rende terrificante l’esperienza è che spesso viene accompagnata da allucinazioni dalle quali non si può fuggire perché si è immobili, né svegliarsi. L’ansia generata dalla paralisi causa un senso di oppressione al petto e la difficoltà di respirare.
Non è ancora molto chiaro quale sia la causa della paralisi del sonno, ma l’ipotesi più affermata tra i ricercatori è che potrebbe avere a che fare con un’interruzione anomala della fase REM, durante la quale normalmente l’organismo induce una paralisi dei muscoli per evitare che ci si faccia del male mentre si sta sognando (in sua assenza ci muoveremmo imitando ciò che stiamo immaginando). Insonnia e predisposizioni genetiche sono tra le principali cause della paralisi del sonno, ma sono noti casi legati all’ansia e all’apnea notturna. È un’esperienza che può capitare a tutti, ma se si ripete di frequente può essere consigliabile consultare un medico.
SPASMO IPNICO
Poco prima di addormentarsi profondamente può capitare di avere uno spasmo muscolare improvviso: per alcuni è la rapida contrazione involontaria dei muscoli di una gamba, per altri l’esperienza è più forte e comporta un movimento brusco di buona parte del corpo. In questo caso lo spasmo è talmente forte da essere associato alla sensazione che si ha appena si fa un salto da una certa altezza. Nella confusione dell’addormentamento, viene associata a una caduta da un palazzo, per esempio.
Le cause dello spasmo ipnico non sono ancora note con certezza, ma si tende a ricondurle a quelle tipiche del disturbo del sonno: troppa caffeina, ansia, stress, attività fisica troppo intensa prima di andare a dormire. Non è comunque nulla di preoccupante se si verifica saltuariamente in persone sane, l’importante è che non causi ansie e preoccupazioni, che a loro volta potrebbero portare a ulteriori disturbi del sonno e quindi ad altri spasmi.
MOVIMENTI NOTTURNI
Durante il sonno cambiamo spesso posizione, di solito durante qualche breve risveglio in cui siamo coscienti, ma di cui non serbiamo ricordo il mattino dopo. Alcune persone però si muovono anche durante la fase REM, quella in cui sogniamo e che l’organismo gestisce inducendo una paralisi dei muscoli per evitare che ripetiamo dal vero i movimenti che stiamo sognando di fare. In queste persone la paralisi non funziona a dovere e mentre sono a letto scalciano, urlano, muovono le braccia, si aggrappano alle lenzuola e in alcuni casi si alzano. Da sveglie ricordano spesso il sogno che ha indotto quei movimenti, ma non si ricordano di essersi mosse. Un ciclo del sonno, che comprende diverse fasi oltre a quella REM, dura tra i 90 e i 120 minuti, quindi in una notte si possono avere circa quattro episodi di movimenti notturni. Le persone che ne soffrono rischiano di farsi del male e di farne ai loro partner, se non dormono da sole.
Le cause dei movimenti notturni nella fase REM sono dovute a disfunzioni del sistema nervoso centrale, ma possono anche essere di tipo ereditario. Per chi ne soffre in modo cronico ci sono farmaci che assunti prima di dormire, e su base regolare, tengono sotto controllo il fenomeno.
SINDROME DELLA TESTA CHE ESPLODE
Prima di addormentarsi o di svegliarsi alcune persone sentono un fortissimo rumore immaginario, che descrivono come una forte esplosione o l’impatto di qualcosa di molto pesante. Non è raro che la sensazione sia accompagnata dalla visione di intensi lampi luminosi e di altri fenomeni che portano ad ansia e paura. Le cause del fenomeno non sono note e non è nemmeno chiaro come funzioni il meccanismo che lo innesca. È una condizione molto rara ed è riscontrata per lo più in persone sopra i 50 anni e di sesso femminile. Sono stati sperimentati diversi farmaci, già somministrati per trattare altre sindromi legate al sonno, ma con risultati disomogenei. In alcuni casi si sono rivelate sufficienti le rassicurazioni degli specialisti durante le visite per ridurre il problema.
GEMITI NOTTURNI
La catatrenia è un disordine del sonno piuttosto raro che porta chi ne soffre a emettere gemiti mentre dorme. Poco prima di un episodio, il respiro si fa più lento, poi avviene un’inspirazione profonda seguita da una espirazione accompagnata da un gemito. Il rumore prodotto è in molti casi tale da svegliare la persona con cui si sta dormendo, ma non è invece percepito da chi lo sta emettendo (un po’ come avviene quando si russa). La causa della catatrenia non è nota, ma è ricondotta all’area dei disturbi psichiatrici e dei problemi respiratori. Il problema riguarda di solito più i maschi e si verifica a prescindere dalla posizione assunta a letto.
TERRORE NOTTURNO
Riguarda i bambini con età tra i 2 e i 12 anni, mentre solo raramente interessa gli adulti. L’attacco di terrore notturno avviene in modo improvviso e inatteso mentre si sta dormendo, quasi sempre nella prima metà della notte. Il bambino che ne soffre piange, urla, si alza dal letto, ha gli occhi aperti, ma in realtà non è cosciente e non risponde ai richiami dei genitori. Il fenomeno si presenta insieme a sudorazione, tachicardia e rigidità dei muscoli. Un attacco di terrore notturno può durare pochi minuti o oltre mezz’ora, poi regredisce e il bambino torna a dormire: di solito il giorno seguente non ricorda nulla di ciò che è successo. Se si presentano sporadicamente, i terrori notturni non richiedono interventi medici: il consiglio per chi deve gestirli è non toccare la persona durante un attacco, ma parlarle con calma per cercare di tranquillizzarla. Se gli episodi sono frequenti è consigliabile una visita dal pediatra, che potrà consigliare approfondimenti da uno specialista
FORMICOLIO
A volte capita di svegliarsi nel mezzo della notte e notare di avere perso completamente la sensibilità a una mano, un braccio, un piede o a un’intera gamba. Può essere un’esperienza inquietante, ma si risolve entro pochi minuti dopo un intenso e fastidioso formicolio. La sensazione è dovuta alla compressione di uno o più nervi periferici, che quindi non riescono a trasmettere correttamente i loro segnali al sistema nervoso centrale (encefalo e midollo spinale). Non è chiarissimo perché succeda durante il sonno: l’ipotesi prevalente è che durante la fase REM alcuni nervi restino compressi e non ci sia la possibilità di cambiare posizione in tempo, per via della paralisi indotta, prima che l’arto si “addormenti”. In altri casi, se per esempio se ci si addormenta da ubriachi e quindi si è meno reattivi al formicolio, la sensazione sgradevole può durare più a lungo e per mesi si possono percepire scosse quando si muove l’arto, perché i nervi rigenerano le loro strutture protettive lentamente.
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