La maledizione di Aisha

 

Lasciamo per un attimo le assolate e infestate spiagge delle Hawaii per trasferirci nell'altrettanto folkloristica Malesia, dove una strana maledizione sembra aleggiare sopra delle misteriose foto e una povera ragazza di nome Aisha.

Era il lontano 1984 quando. una giovane ragazza di nome Aisha. si trasferì da un piccolo villaggio alla grandissima città di Kuala Lumpur.

La Malesia, come d'altra parte tutto l'estremo Oriente, è ricca di tradizioni e leggende, molte delle quali tramandate da secoli. Questa che vi racconto è una credenza al contrario molto recente, ma su cui sono davvero pochi quelli che ci scherzano.

Si tratta di una maledizione che sembra colpire i troppo curiosi e ancora oggi in molti affermano di essere stati maledetti da Aisha.

Aisha è un nome fittizio di una ragazza orribilmente violentata, picchiata e uccisa il cui spirito sembra rivivere nelle foto scattate al suo corpo e punire tutti coloro che per amore del macabro violano la sua privacy.

Aisha si trasferì a Kuala Lumpur all'inizio del 1984 per lavoro; era una ragazza di 20 anni timida ma molto graziosa. Purtroppo aveva un grave problema agli occhi: soffriva di una rara malattia, una fotofobia molto accentuata che la costringeva ad usare occhiali scuri anche con la penombra.

Per la ragazza le fonti luminose, se intense, erano un vero calvario perchè le causavano terribili mal di testa, nausea e perfino epilessia.

Un giorno la fabbrica in cui Aisha lavorava diede la festa annuale e in un raro momento di tranquillità la ragazza si tolse gli occhiali scuri per mostrare il suo viso ai colleghi.

In sala però qualcuno scattò una foto con il flash e la ragazza in pochi secondi si accasciò al suolo in preda a tremendi dolori alla testa: fu costretta al ricovero e al riposo per diversi giorni. Questa era la vita di Aisha, certamente poco fortunata e con molti problemi.

Per non rimanere reclusa in casa Aisha era solita uscire all'imbrunire e fare una lunga passeggiata prima di andare a letto: perfino la spesa la faceva dopo il tramonto, ma una di quelle sere fu seguita da quattro balordi che alla fermata dell'autobus la minacciarono con un coltello e la rapirono.

La fecero salire in macchina e la portarono in una casa abbandonata nella periferia della città, dove venne legata, picchiata e stuprata. Tra di loro c'era un uomo perverso che filmò il tutto e volle fare diverse fotografie della ragazza mentre veniva abusata.

Bastarono i primi flash a farle venire un tremendo mal di testa che rapidamente sfociò in convulsioni e infine nello svenimento. I quattro continuarono ad abusare di lei fino a che non videro uscire sangue dal naso, dalle orecchie e dagli occhi.

Dopo oltre 4 ore Aisha si riprese, ma era in chiaro stato di sofferenza; in quegli istanti di lucidità si rese conto che i criminali non l'avrebbero lasciata andare e l'avrebbero uccisa, così maledisse i suoi aggressori dicendo loro che chiunque avesse visto le foto che gli avevano scattato sarebbe morto tra atroci dolori.

I criminali non ebbero alcuna pietà e la gettarono legata nell'acqua gelida di un canale dove la ragazza morì annegata.

Uno dei criminali si presentò spontaneamente alla polizia pochi giorni dopo l'omicidio in preda all'isteria e confessò il crimine chiedendo l'aiuto di un dottore affinchè gli facesse passare il mal di testa. Disse che il giorno dopo essersi liberati della ragazza fecero sviluppare il rullino da un conoscente e che da allora su di loro si verificarono le parole di Aisha:

- Il primo a morire fu anche il primo a guardare le foto di Aisha nuda che veniva seviziata: tutti e 4 erano in auto e stavano riguardando le fotografie ridendoci sopra, quando da un albero si staccò un ramo che sfondò il parabrezza colpendolo alla testa e uccidendolo sul colpo.

- Il secondo morì per emorragia interna in seguito allo schianto perché la macchina finì fuori strada e si ribaltò. Venne portato in ospedale ma non ci fu nulla da fare.

- Il terzo se la cavò con ferite minori, ma due giorni dopo, camminando in un vicolo di Kuala Lumpur, non si accorse di un tombino delle fogne lasciato aperto durante dei lavori: ci cadde dentro, si ruppe una gamba e morì nella fogna annegato.

- Il quarto fu l'unico ad uscire illeso dall'incidente, ma al terzo giorno iniziò ad accusare tremendi dolori alla testa. Si presentò alla polizia dicendo di essere stato maledetto dallo spirito di Aisha, che lo tormentava apparendo ai suoi occhi ogni volta che provava a chiuderli. Si presentò sanguinante alla testa: per placare il dolore si era più volte punto con una forchetta.

L'uomo venne arrestato e la sua confessione permise di ritrovare il corpo martoriato della ragazza. Ancora prima che si organizzasse un processo nei suoi confronti, il quarto criminale fu trovato morto in cella: la versione ufficiale fu che suicidò battendo più volte la testa contro le pareti della cella.

Si dice che il medico che fece l'autopsia al corpo di Aisha abbia scattato per prassi delle fotografie del cadavere e che queste siano anche state messe in rete anni più tardi. Una delle fotografie mostrava gli occhi aperti di Aisha e sembra che sia proprio quella la foto che porti la maledizione. Lo stesso medico fu trovato morto in casa sue alcune settimane dopo nel suo letto: di fianco a lui c'erano diversi farmaci e la causa fu sovra dosaggio di antidolorifici.

Tutti quelli che dicono di aver visto le fotografie del corpo della ragazza hanno provato sul loro corpo gravi mal di testa e terribili incubi. Le voci sulla maledizione di Aisha si sono sparse per tutta la Malesia e negli ultimi tempi sembra che sia iniziata una ricerca forsennata nei siti del deep web delle fotografie post-mortem che sono trapelate.

L'immagine del cadavere di Aisha sembra essere uno stimolo così intenso da voler sfidare la maledizione. Perché si sa: oggi la curiosità valica quel confine di buon senso che tiene la gente fuori dai guai.

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Mondo Tempo Reale è il blog che dal 2010 vi racconta le notizie più incredibili, strane, curiose e divertenti: fatti imbarazzanti, ladri imbranati, prodotti assurdi, ricerche scientifiche decisamente insolite.
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