Oltre 700 siti e 300 piattaforme IPTV chiuse in un giorno solo. Durissimo colpo al “pezzotto” napoletano e sgraditissima sorpresa per migliaia di utenti dello streaming illegale di contenuti protetti da diritti TV che, nel bel mezzo della visione della partita di Serie A Cagliari-Samdpodia, che si è giocata sabato, hanno visto comparire sul proprio schermo un messaggio inviato direttamente dalla Guardia di Finanza: stai utilizzando un servizio illegale.
Il messaggio in questione, tra l’altro, deve aver spavetato ben più di un utente dei servizi illegali perché spiegava a chiare lettere che “la sottoscrizione o l’utilizzo di servizi di streaming illegale comporta la pena da sei mesi a tre anni e la multa da euro 2.582 a euro 25.822“. L’operazione della Guardia di Finanza giunge al termine di diversi mesi di indagini coordinate dalla Procura di Napoli. Le Fiamme Gialle hanno passato al setaccio centinaia di gruppi Telegram dove venivano pubblicate le informazioni su come abbonarsi ai servizi di streaming illegale. Gruppi che, come i siti e le piattaforme IPTV, sono stati ora bloccati e sequestrati.
IPTV illegali: gli utenti rischiano grosso
Le ultime parole del messaggio della Guardia di Finanza apparso sui siti illegali è quello che dovrebbe intimorire maggiormente gli utenti di queste piattaforme: “I dati di accesso costituiscono materiale probatorio a disposizione dell’Autorità Giudiziaria“.
Che vuol dire? Che sequestrando siti e piattaforme i finanzieri hanno sequestrato anche gli indirizzi IP e i dati di login di tutti gli utenti dei servizi illegali e tali dati potranno essere usati per comminare pesanti multe a chi ha usato questi servizi per guardare illegalmente film, serie Tv e partite di calcio a prezzi stracciati.
Le multe partono da 2.582 euro e possono arrivare fino a 25.822 euro e, soprattutto, viaggiano insieme ad una denuncia penale per la quale si rischia una condanna da sei mesi a tre anni di reclusione.
Il precedente Evil Web
Quella della GdF di Napoli è solo l’ultima operazione contro il cosiddetto “pezzotto“, cioè i sistemi per vedere illegalmente via Internet contenuti protetti da diritti. A fine settembre le Fiamme Gialle di Gorizia avevano messo a segno l’opearzione “Evil Web“, al termine della quale erano stati sequestrati e bloccati 58 siti di streaming e 18 canali Telegram.
Su queste piattaforme all’epoca girava circa il 90% della pirateria audiovisiva italiana, con 80 milioni di accessi l’anno. E’ assai probabile che molti degli utenti dei siti bloccati a settembre si siano successivamente riversati su quelli bloccati nei giorni scorsi.
E’ chiaro, quindi, che la lotta alla pirateria in Italia sta facendo un salto di qualità: i pirati del Web si riorganizzano in continuazione e offrono siti sempre nuovi attraverso i quali gli utenti possono vedere i contenuti piratati, ma allo stesso tempo la pressione esercitata dalle autorità su questi network è sempre maggiore.
Il salto ulteriore sarà quello di portare in tribunale gli utenti, oltre che gli streamer. Di questo passo, probabilmente, non ci vorrà molto tempo.
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