Il film di Luca Guadagnino, girato in gran parte a Varese, è il remake dell’omonimo film di Dario Argento del 1977.
Il remake del famosissimo film di Dario Argento è stato prodotto da Amazon con la regia di Luca Guadagnino. Una parte delle riprese è stata fatta nel Grand Hotel Campo dei Fiori a Varese. Il film ci porta immediatamente in un mondo oscuro, dominato da danza, tensione, paura, misticismo e senso di morte. Le scene dedicano ampia attenzione a location, paesaggi e personaggi.
Il Grand Hotel Campo dei Fiori è un edificio abbandonato da cinquant’anni! Nonostante ciò, è un luogo che scatena una grande curiosità legata al fascino d’altri tempi, alle vite che da qui sono passate e alle storie che si sono intrecciate.
Costruito a Varese tra il 1910 e il 1912, è un esempio perfetto di Liberty italiano ed esercita un grande fascino sui varesini che lo ammirano a naso insù, arroccato sulla cima del Campo dei Fiori, proprio sopra al Sacro Monte.
IL PROGETTO DI GIUSEPPE SOMMARUGA, ESPONENTE DELL’ARCHITETTURA LIBERTY ITALIANA
Il progetto del Grand Hotel Campo dei Fiori risale agli inizi del 1900 ed è opera di Giuseppe Sommaruga, un architetto milanese che fu protagonista del liberty italiano.
A Sommaruga si deve anche la costruzione di un secondo hotel in stile liberty a Varese: il Palace Hotel, che a differenza del Grand Hotel è tuttora aperto e funzionante.
Sempre sua è la costruzione della stazione di Ghirla, oggi utilizzata come stazione dei pullman, ma nata come stazione sulla linea ferroviaria della Valganna che portava da Varese a Luino, anch’essa bellissimo esempio di Liberty.
GLI INTERNI DEL GRAND HOTEL ABBANDONATO
Il Grand Hotel è un luogo abbandonato da cinquant’anni e gli ambienti interni sono in uno stato di degrado avanzato: alcune delle solette che stanno crollando rendendo pericolosa la visita. Parte degli ambienti però è stata messa in sicurezza ed è ora accessibile.
Una sala molto bella e ben conservata è la sala da ballo, dove la mattina veniva servita la colazione e in cui la sera si tenevano le feste. La sala conserva ancora il pavimento in parquet e presenta grandi vetrate da cui si gode una bellissima vista. Un balconcino con parapetto in ferro battuto completa il tutto regalando una magnifica vista anche se ora non è possibile accedervi per problemi di sicurezza. Un piccolo balconcino interno si affaccia poi sulla sala da ballo ed era il luogo destinato ad accogliere l’orchestrina oppure dedicato ai bambini.
Un altro ambiente molto bello è poi quello delle cucine dove sono ancora visibili il forno e i fuochi, non più nella versione originale di inizio secolo, ma in un ammodernamento avvenuto negli anni 50.
Infine, è possibile ammirare una bellissima scala a pianta pentagonale, il cui accesso è purtroppo chiuso per sicurezza. E’ comunque possibile apprezzarne la bellezza osservandola da basso.
IL LIBERTY DEL GRAND HOTEL CAMPO DEI FIORI
Come dicevamo, il Grand Hotel è un perfetto esempio di liberty. Molto frequente è l’uso di linee curve e di elementi floreali decorativi.
L’ingresso principale è molto ampio e preceduto da un ambiente che originariamente era stato pensato per ospitare la stazione di arrivo della funicolare. Ben presto ci si rese conto che il rumore della funicolare disturbava gli ospiti e così l’arrivo fu spostato poco più in là, costruendo una nuova stazione di arrivo, tuttora visibile.
Elementi decorativi e floreali tipici del liberty sono riconoscibili nei fregi che ritroviamo sia all’interno che sulla facciata dell’edificio.
Anche le linee curve ricorrono spesso in tutto l’edificio, a partire dalle finestre che in particolari posizioni assumono una caratteristica forma rotonda con una vista strepitosa sulla valle.
Elementi decorativi in ferro battuto si ritrovano nei balconi così come nei corrimano delle scale interne che ricordano un nastro.
LA STORIA DEL GRAND HOTEL EMERGE DURANTE LA VISITA AL LUOGO ABBANDONATO
Agli inizi del secolo scorso un progressivo e crescente benessere fa sì che la zona di Varese, dei laghi e in particolar modo del Campo dei Fiori vengano considerate come meta ideale per la villeggiatura da parte di signori benestanti di Milano in cerca di un luogo fresco e immerso nella natura dove passare le vacanze.
Viene così commissionato a Sommaruga un progetto che prevedeva la costruzione di un grande albergo da 200 camere, di una funicolare e di un albergo più piccolo che poi sarebbe diventato il Ristorante Belvedere.
Il Grand Hotel viene così costruito e completato nel 1912. Negli anni venti era considerato un hotel di lusso ed era la meta di villeggiatura della ricca borghesia. E così continuò a fiorire fino alla Seconda Guerra Mondiale.
Durante la guerra alcune stanze vennero utilizzate come ospedale.
Nel secondo dopoguerra, con la diffusione dell’automobile, gli Italiani iniziarono a guardare altrove per le vacanze e il Grand Hotel (e più in generale tutta la zona di Varese) vennero via via abbandonati dal turismo milanese.
Oggi è possibile vederlo, dopo 50 anni di abbandono, grazie alle visite guidate realizzate dai Giovani del F.A.I. (Fondo Ambiente Italiano)
Il Grand Hotel Campo dei Fiori in un'immagine d'epoca
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