La Bizzarra storia del Suicidio e della Foto Post Mortem di “Loana la Bramasangue”
Tra gli appassionati di inizio ‘900 la fotografia post mortem, datata 1909, della giovane Loana (o Ioana) Constantinescu, è tra le più famose del proprio genere. La donna era conosciuta tra i suoi concittadini come “Loana la Bramasague”, e seminò inquietudine e paura tra gli abitanti di Timisoara, in Romania, all’inizio del XX secolo, tanto che venne picchiata selvaggiamente da un folla inferocita per i suoi presunti rapporti con la stregoneria, prima di commettere il suicidio.
Dalle origini incerte, Loana aveva circa 27 anni quando morì in circostanze quanto mai bizzarre.
Ella visse a Timisoara, cittadina di fede cristiana della Romania. Qui, per via dei suoi comportamenti insoliti e per le sue frequentazioni dubbie, si fece presto una cattiva fama. Presa di mira soprattutto da due ministri cristiani e dalle loro mogli, Loana cominciò ad essere etichettata come presunta strega. I due uomini sparsero la voce di un suo già instaurato rapporto con Satana e del suo legame con la corrente del Zoroastrismo.
Lo Zoroastrismo è una delle più antiche organizzazioni religiose al mondo, la quale vide gli albori nell’antica Persia. Ancora oggi conta un largo numero di adepti, numero non così diffuso nell’Europa dell’est del secolo scorso.
Per la sua presunta appartenenza all’antico culto, Loana cominciò a essere perseguitata e vessata in pubblico. La voce che ella bevesse sangue di bambini (rendendola perciò considerabile come vampiro) poté solo peggiorare la sua già pessima fama tra la comunità. Proprio la comunità, allarmata per la pericolosità della giovane e infuriata per i sonni poco tranquilli degli abitanti, implose in una furia violenta quando il 21 Ottobre 1909, si recò presso l’abitazione di Loana e la trascinò in strada.
QUI VENNE SELVAGGIAMENTE PICCHIATA E PERCOSSA DA PUGNI E CALCI.
Sopravvissuta al pestaggio ma gravemente ferita, Loana fu trasportata in ospedale, dove venne curata per le severe lacerazioni. Nonostante le sue condizioni non fossero affatto ottimali, per ragioni non meglio definite, Loana premette per venire dimessa dopo solo due giorni, e così fu.
La mattina seguente, il 23 Ottobre 1909 fu trovata morta nella sua abitazione.
Benché sorga spontaneo pensare a una morte dovuta a qualche lesione interna, per via delle percosse subite, non fu quello il motivo del decesso riportato dal medico legale. Nonostante la mancanza di un documento ufficiale che ne attesti la veridicità, pare che il medico attribuì il decesso di Loana per la perdita e l’ingestione massiccia del proprio stesso sangue.
Il gesto avrebbe comportato un grave shock interno che avrebbe causato l’arresto cardiaco.
A differenza di un vero e proprio referto medico, vi è invece la testimonianza delle autorità che trovarono il corpo della giovane. Esso venne descritto come coperto di tagli su gambe e braccia, e disteso: a fianco ad esso si trovava un calice sacramentale.
Presumibilmente, come per uno strano rituale suicida, Loana avrebbe raccolto il suo sangue nel calice e lo avrebbe bevuto per togliersi la vita.
Nella casa vennero inoltre ritrovate erbe rituali, uno strano altare celebrativo ed effigi varie.
Il fascino della storia di un presunto vero vampiro è forte e duraturo; si può però attribuire al comportamento di Loana, una sindrome psichiatrica di Renfield, la quale prevede il desiderio del soggetto di bere il proprio sangue, attraverso comportamenti autolesionisti, o quello altrui.
E nonostante la storia possa apparire a tratti lacunosa, e dalla dubbia veridicità, un inquietante fatto sembra essersi verificato realmente; i due ministri cristiani e le loro mogli, tra i più accaniti nemici di Loana, morirono realmente nel 1909.
Una coppia fu colpita da un albero durante una passeggiata, mentre l’altra perì in un incendio sviluppatosi nel loro fienile.
Che si tratti di verità o leggenda, la storia di Loana Constantinescu continua a rapire gli appassionati di occultismo e vampiri, sebbene metta ben in mostra l’assente capacità di riflessione e comprensione di chi, spaventato dalla diversità, trasforma la propria paura in odio distruttivo.
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