Suor Maria Luisa: una Serial Killer al monastero Sant’Ambrogio di Roma
Suor Maria Luisa è stata una suora italiana che, nella metà del 1800, oltre a intrattenere rapporti con altre consorelle e con preti, ha ucciso 3 suore, cercando di ucciderne altre 2. Questo le è valso il soprannome di “suora assassina“. È stata fermata grazie alla denuncia di Katharina Von Hohenzollern.
GLI OMICIDI DI SUOR MARIA LUISA
Maria Luisa nasce nel 1832 da una famiglia umile. Impara precocemente a leggere e a scrivere e, dopo l’incontro con Maddalena Salvati, che lavora nella Pia Casa di Carità, decide di farsi suora. Grazie all’aiuto della Confraternita del Santo Rosario riesce a entrare nel Monastero di Sant’Ambrogio, a Roma.
Qui si attira subito le invidie delle altre consorelle, assumendo incarichi prestigiosi a soli 25 anni. Oltre all’invidia, forse, c’è qualcosa di più. Forse le altre suore hanno già intuito di cosa sia capace Suor Maria Luisa? O forse la suora assassina ha iniziato ben presto i suoi torbidi affari nel monastero?
Fatto sta che nel 1857, Suor Maria Costanza espone le proprie perplessità riguardo la giovane Maria Luisa.
Stranamente, Suor Maria Costanza si ammala improvvisamente di un’infezione polmonare. La cosa più logica sarebbe stato chiamare il medico, ma Suor Maria Luisa riesce in qualche modo a convincere la madre superiora che non sia necessario. Suor Maria Costanza muore qualche tempo dopo.
L’anno dopo è la volta della novizia Maria Agostina. Il suo errore? Quello di avere delle visioni e di essere molto popolare fra le suore del convento. Da tempo Suor Maria Luisa diceva di ricevere delle lettere dalla Madonna, ma le visioni della novizia avevano rubato la scena. Anche Maria Agostina doveva morire. E così accadde qualche tempo dopo, pochi giorni dopo l’insorgere di una strana malattia che si era presentata con ulcere in gola e febbre.
Nel 1859 è il turno di Suor Maria Felice, che scopre dei torbidi segreti e viene fatta fuori in quattro e quattr’otto.
I SEGRETI DEL CONVENTO
Ma cosa aveva scoperto Suor Maria Felice? Probabilmente i vizi si Suor Maria Luisa, la quale aveva rapporti sessuali sia con alcune consorelle, sia con il suo confessore. Un comportamento decisamente non adatto ad una monaca.
Anche Suor Maria Giacinta è stata colpita da una strana malattia, proprio dopo essere stata trasferita nella cella di Suor Maria Luisa.
Nella sua cella aveva scoperto un libro con disegni osceni, di uomini e donne nudi. Ed è proprio dopo aver scoperto questo libro che la suora si ammala. Purtroppo per Maria Luisa, Maria Giacinta sopravvive: il medico le diagnostica un avvelenamento da oppio e le somministra un antidoto che la salverà.
Nello stesso periodo anche la principessa Katharina Von Hohenzollern, proveniente da una famiglia benestante e parente del futuro re di Prussia, scopre i torbidi segreti del Convento di Sant’Ambrogio. Scopre persino una lettera di Maria Luisa indirizzata a un uomo, il cui contenuto non poteva essere frainteso: fra i due vi era una relazione carnale. Viene dapprima isolata dalle consorelle, relegata in una cella e le viene impedito qualsiasi contatto con il mondo esterno. Poi cercano di avvelenarla. La donna teme per la sua vita e nel 1859 riesce miracolosamente a inviare una lettera a suo cugino, l’Arcivescovo Gustav Adolf zu Hohenlohe-Schillingsfurst.
L’arcivescovo va a trovarla in convento non appena può e trova la cugina in uno stato di alterazione notevole. Grida “salvami, salvami!”, tanto che l’arcivescovo pensa per un attimo che sia impazzita. Quando però capisce la sua situazione mette si dà da fare e il giorno dopo Katharina è libera. Una “liberazione” tanto celere era dovuta unicamente al fatto che l’arcivescovo conoscesse personalmente il Papa Pio IX.
L’INQUISIZIONE
Circa un mese dopo essere scappata dal convento, Katharina compare davanti al Sant’Uffizio per sporgere denuncia. La donna denuncia 4 fatti. Il primo era il culto non autorizzato di una precedente monaca presente nel convento, suora che era comparsa in tribunale per “affettata santità” e il cui culto era vietato dalla Chiesa.
Il secondo fatto era che Maria Luisa aveva una relazione carnale con una persona, un tale Pietro N. chiamato “l’americano”.
Poi ha denunciato il fatto che Maria Luisa si vantasse di essere una persona santa, in grado di compiere miracoli
Se all’Inquisizione il fatto che una monaca giovane avesse rapporti con degli uomini non era affatto nuovo e sul quale poteva sorvolare in quanto l’accusa poteva essere stata fatta per gelosia, non poteva assolutamente sorvolare sul fatto che in convento si venerasse una donna e che Maria Luisa si autoproclamasse una santa. Per questo iniziò un processo.
CONDANNE
Dopo due anni di processo, Maria Luisa ammette di avere abusato sessualmente di altre suore, dicendo che l’atto sessuale fosse un rituale per purificare gli organi genitali. La suora aveva avuto rapporti sessuali anche con il suo padre confessore, Giuseppe Peters (chiamato Joseph Kleutgen), succube del carisma della donna. Secondo lui, l’atto sessuale era un servizio spirituale.
Maria Luisa venne condannata a 20 anni, poi ridotti a 18. Il convento venne chiuso e il padre confessore condannato a due anni di reclusione in una casa gesuitica.
Nonostante la pena per l’avvelenamento ai tempi fosse la fucilazione, la Chiesa non voleva fare troppa pubblicità a ciò che succedeva nei conventi. Per questo Maria Luisa venne spedita in una casa di penitenza. Otto anni dopo venne mandata in un manicomio e da lì rispedita a casa. Nemmeno la sua famiglia, però, la voleva.
Ad oggi non sappiamo dove e quando sia morta.
Oscuri segreti, torbidi affari, false santità e rituali sessuali. Solo per un fortuito caso oggi sappiamo la storia di questa suora assassina. Quante altre storie simili sono state insabbiate dalla Chiesa?
Mr White https://www.facebook.com/misterinelweb/posts/2725026914285566?__tn__=K-R
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