Nanga Parbat; il sogno infranto di Daniele Nardi e Tom Ballard
Un tweet dell'ambasciatore italiano in Pakistan e messaggi delle famiglie hanno confermato la morte dei due alpinisti dispersi dal 24 febbraio scorso. L'analisi delle foto realizzate dai soccorritori non lascia purtroppo dubbi sul riconoscimento dei corpi in quota. Lo scalatore di Sezze e l'inglese adottato dal Trentino avevano inseguito l'impresa impossibile: salire in vetta dallo sperone Mummery in pieno inverno
Le due sagome individuate mercoledì 6 marzo sulla parete nord occidentale del Nanga Parbat, a circa 5900 metri di quota, sono quelle di Daniele Nardi e Tom Ballard, i due alpinisti dispersi dal 24 febbraio scorso. Il terribile sospetto è diventato certezza con le analisi delle foto realizzate con un potente teleobiettivo dallo scalatore basco Alex Txikon, che ha partecipato alle ricerche con Ali Sadpara (entrambi compagni di Nardi in precedenti spedizioni) e un team di alpinisti spagnoli.
La drammatica immagine diffusa via twitter, scattata, secondo quanto riporta l'ambasciatore Pontecorvo, con telescopio dal campo base (ma il team spagnolo con Txikon ha utilizzato nella ricerca anche i droni), ritrae due corpi riversi sulla neve: uno con un piumino rosso, più in alto e, a poca distanza un altro con una giacca blu, e non ci sono dubbi che in quella parte della montagna si fossero avventurati solo Nardi e Ballard.
"L’analisi di quell’immagine e di altre ci suggerisce che la tragedia si è sviluppata in un’azione dinamica, cioè di loro due che si stavano muovendo verso il basso, quando è successo qualcosa; non sembrerebbe comunque esserci stato alcun tipo di valanga", riferisce all'Ansa Agostino Da Polenza, presidente dell’Associazione Everest-K2-Cnr, amico dei due alpinisti che ha coordinato dall’Italia le ricerche, sostenute anche da una raccolta fondi lanciata il 2 marzo sul web. Di possibile valanga come causa dell'incidente parla invece Reinhold Messner. Tra le ipotesi anche una caduta da quella parete che presenta enormi difficoltà, perché battuta da venti fortissimi e interessata da continui crolli di seracchi.
Dall'ultimo contatto con Nardi si era appreso che i due alpinisti erano arrivati a circa 6300 metri, e stavano riscendendo al campo 4 dell’inaccessibile sperone Mummery, "la via impossibile" che stavano tentando di tracciare. Il meteo non era buono, "c'era nebbia, nevischio e raffiche di vento", riporta l'ultima comunicazione.
Impensabile per ora tentare di recuperare i corpi a quella quota. Troppo pericoloso. Bisognerà aspettare la stagione estiva e l'eventuale impiego di mezzi specializzati.
Daniele Nardi, 42 anni, era nativo di Sezze, in provincia di Latina. Sposato con Daniela, da sei mesi era diventato padre di un bimbo, Mattia. In carriera aveva conquistato già cinque Ottomila - “il primo nato al di sotto del Po ad aver scalato l’Everest e il K2”, recita la sua biografia - ed era alla sua quinta spedizione sul Nanga Parbat, 8126 metri di roccia e ghiaccio. Una montagna, e una via, quella dello sperone Mummery, diventata una sorta di ossessione per Nardi, raccontata dall'emozionante documentario di Federico Santini "Verso l'ignoto" (2016), in cui l'alpinista laziale viene seguito in due precedenti tentativi al Nanga Parbat, nel 2013 e nel 2015.
Fissate in quel lungometraggio, che oggi appare quasi un testamento, le attese, le speranze, le difficoltà e la filososfia di quella sfida: un alpinismo d'esplorazione, da portare avanti con “mezzi leali”, al limite delle possibilità umane, per tracciare una nuova via, quella diretta individuata da Albert Mummery, uno sperone di roccia di 1200 metri che da lui prende il nome, mai scalato prima e percorso, in discesa, nel 1970, solo da Reinhold Messner e da suo fratello Gunther, che proprio lì aveva trovato la morte.
L'inglese Tom Ballard, 31 anni, che ha perso la vita con Nardi in questa nuova tragedia della montagna, era una giovane promessa dell'alpinismo, primo scalatore a completare in solitaria tutte e sei le grandi pareti Nord delle Alpi (Eiger, Cervino, Grandes Jorasses, Petit Dru, Pizzo Badile, Cima Grande di Lavaredo) in un'unica stagione invernale, nel 2015. Quella al Nanga Parbat era la sua seconda spedizione in Himalaya. Ballard era un predestinato, figlio d'arte. Sua madre, Alison Hargreaves, è stata la prima donna, e la seconda persona dopo Reinhold Messner, a scalare l'Everest senza ossigeno e senza aiuti o sherpa, in completa autonomia, nel maggio 1995.
Come più tardi suo figlio, anche Alison Hargreaves aveva scalato in un'unica stagione, quella estiva, le sei "Great North Faces" delle Alpi. Ha anche affrontato la parete Nord dell'Eiger, in Svizzera incinta di sei mesi proprio di Tom, fatto che aveva suscitato feroci critiche, a cui lei aveva risposto: "Ero incinta, non malata."
Pochi mesi dopo la conquista dell'Everest, nell'agosto 1995, Hargreaves ha raggiunto la vetta del K2 con altri sei alpinisti, ma ha perso la vita nella discesa con i suoi compagni, sorpresa da una tempesta di neve con raffiche di vento a 140 km/h. Suo figlio Tom, che all'epoca aveva sei anni, è stato cresciuto, con la sorella Kate, dal padre Jim Ballard, anch'egli alpinista, dapprima in Scozia e poi in Italia. Da qualche anno la sua residenza era a Vigo di Fassa, dove lo attendeva la fidanzata, Stefania Pederiva, figlia di una nota guida alpina locale, che oggi dedica al compagno toccanti parole.
Il Nanga Parbat è la nona montagna più alta del mondo. Condivide con l'Annapurna e il K2 un elevatissimo grado di rischio per chi tenta la vetta. Per la sua storia drammatica e la percentuale di mortalità, altissima: intorno al 30% è soprannominata "the killer mountain" o mangiauomini.
E' stata scalata con successo solo due volte in inverno: la prima nel 2016 , poi di nuovo l'anno scorso da due alpinisti, il polacco Tomek Mackiewicz, morto nella discesa, e la francese Elizabeth Revol, viva grazie agli eroici sforzi di una squadra di soccorso costituita da alpinisti esperti ed acclimatati, trasportati dal K2 con gli elicotteri. Nel caso di Daniele Nardi e Tom Ballard il tentativo si è ripetuto ma purtroppo non c'è stato nulla da far
http://www.nationalgeographic.it/viaggi-avventure/2019/03/09/news/nanga_parbat_daniele_nardi_e_tom_ballard-4328676/
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