Una missione archeologica francese ha aperto un sarcofago bianco intatto nella tomba TT33, nell’antica necropoli egizia di Tebe (Luxor). Al suo interno vi era la mummia di Puiu, una donna vissuta all’epoca della XVIII dinastia (1550-1295 a.C.). Nella stessa tomba è stato inoltre aperto un secondo sarcofago più antico, della XVII dinastia.
Puiu
La tomba TT33 appartenne a Pediamenopet. Viene scavata dal XIX secolo, ma è così grande che ci sono ancora parti inesplorate. Le nuove scoperte sono partite dal ritrovamento di una stele di pietra calcarea, lo scorso ottobre. La stele risale alla XVIII dinastia e riporta tre registri con scene di offerte rituali. Il nome dell’officiante principale è Tetiankh, e tra i beneficiari c’è Inenni, proprietario della tomba tebana TT81. Vicino alla stele, gli archeologi hanno trovato due sarcofagi ben conservati. Il primo, a cui manca solo la punta dei piedi, apparteneva a una donna di nome Puiu o Puia. Dal nome e dalla tipologia del sarcofago, è stato datato alla XVIII dinastia. Misura circa 2,10 metri ed è realizzato in legno ricoperto da intonaco dipinto.
Il secondo sarcofago
Al suo fianco è stato trovato un secondo sarcofago. Solo il coperchio è decorato (probabilmente la parte inferiore venne sostituita). Non è chiaro a chi appartenga, ma il suo stile risalirebbe alla XVII dinastia (1580-1550 a.C.). I due sarcofagi sono stati aperti il 24 novembre dagli archeologi di Frédéric Colin, direttore dell’Istituto di Egittologia dell’Università di Strasburgo, con la collaborazione dell’Istituto Francese d’Archeologia Orientale. La TT33 si trova nella necropoli di el-Assasif, a poca distanza dalla tomba di Thaw-Irkhet-if (TT28), dove recentemente sono stati trovati due sarcofagi intatti.
Re-inumati
Entrambi i sarcofagi dovettero essere nuovamente inumati, visto che l’attuale tomba venne costruita 8 secoli dopo. «Nel VII secolo a.C., il sacerdote Pediamenopet intraprese la costruzione di un enorme tempio funerario in questa zona», spiega Colin. «I costruttori del suo monumento si imbatterono in alcune tombe più antiche, probabilmente distruggendole. Ma conservarono comunque gli occupanti delle vecchie tombe, e seppellirono nuovamente i defunti durante i lavori, oltre 800 anni dopo la loro morte».
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