Illustrazione: InSight analizza il sottosuolo marziano.|NASA/JPL-CALTECH |
InSight (Interior Exploration using Seismic Investigations, Geodesy and Heat Transport), la missione della NASA con la collaborazione di Europa e Giappone che promette di farci sentire il "battito" del cuore di Marte, è arrivata a un cruciale punto di svolta: attorno alle 21.00 ora italiana del 26 novembre il lander dovrebbe atterrare vicino all'equatore del Pianeta Rosso, dove poi si metterà in ascolto dell'energia sismica che scorre all'interno del corpo celeste.
Ogni dato che raccoglierà potrebbe raccontarci qualcosa di più sull'evoluzione di Marte e sulla sua stratificazione in nucleo, mantello e crosta. Prima però occorrerà superare i soliti "sette minuti di terrore" che precedono il touchdown.
La sequenza di ammartaggio è praticamente identica a quella che nel 2008 condusse il Phoenix Mars Lander sano e salvo vicino al polo nord marziano (e ricorda in parte anche quella di Curiosity).
Alle 20.47 InSight farà il suo ingresso nell'atmosfera marziana, a circa 125 km dalla superficie e alla velocità di 20.000 km all'ora: lo scudo termico sarà sottoposto a temperature attorno ai 1.500 gradi °C (l'acciaio fonde a 1.350 gradi), mentre sulla sonda peserà una forza pari a circa sette volte la gravità terrestre.
Illustrazione: l'ingresso di InSight nell'atmosfera di Marte. | NASA/JPL-CALTECH |
PAROLA D'ORDINE: RALLENTARE. A 3 minuti e 38 secondi, a poco più di 11 km dal suolo e alla velocità di circa 2000 km orari, InSight dispiegherà il suo paracadute per frenare il più possibile, si sbarazzerà dello scudo termico e aprirà le sue tre "zampe". Dopo due minuti di discesa frenata, il lander, ancora a velocità supersoniche, inizierà a cercare il suolo con il suo sistema di radar. A meno di un minuto dal touchdown, InSight, a quel punto rallentato fino a 215 km orari, abbandonerà paracadute e guscio posteriore per allungare le gambe e accendere i retrorazzi che lo depositeranno al suolo (si spera) dolcemente, alla velocità di 8,7 km orari.
Gli scienziati del Jet Propulsion Laboratory della NASA seguiranno le operazioni con gli 8 minuti canonici di ritardo imposti da un pianeta che si trova a 146 milioni di km da noi: qualunque informazione sulla discesa arriverà soltanto a fatti compiuti. A seguire da vicino le operazioni, oltre ai "soliti" orbiter marziani, ci saranno però i primi due CubeSats usciti dallo Spazio terrestre, che dovrebbero fare da ripetitori del segnale del lander (una strategia che, se efficace, potrebbe essere usata anche in prossime missioni).
Illustrazione: InSight a pochi secondi dal touchdown. | NASA/JPL-CALTECH |
InSight dovrà innanzi tutto fotografare i dintorni e poi posizionare sulla superficie del pianeta, utilizzando il suo braccio robotico, il sismometro SEIS (Seismic Experiment for Interior Structure) fornito dal CNES francese, che percepirà le onde sismiche della crosta marziana per capire l'origine dei "martemoti", che interessano il Pianeta Rosso da 4 miliardi di anni - che si suppone essere in parte dovuti a impatti celesti, in parte al magma in profondità e ai movimenti lungo le faglie.
LA FEBBRE DI MARTE. Dopo qualche settimana dal touchdown sarà attivo anche il sensore per la misurazione del flusso termico tedesco (Heat Flow and Physical Properties Probe, HP3) - una sorta di termometro che penetrerà nel sottosuolo fino a 5 metri di profondità, e misurerà quanto calore vi sia nelle rocce interne del freddo Pianeta Rosso, e in questo modo ci dirà se ci sono rocce radioattive e quanto calore disperde il pianeta.
Il Rotation and Interior Structure Experiment (Rise) misurerà i minimi spostamenti del lander per capire come Marte si stia muovendo nella sua orbita e trarre così altre informazioni sull'interno del pianeta. InSight misurerà anche il campo magnetico marziano per distinguere i veri terremoti da altre possibili fonti di "rumore". Nei quasi due anni di missione, la sonda dovrebbe registrare 50-100 eventi sismici.
FUTURO. La NASA ha già scelto anche il sito di atterraggio per il rover Mars2020, che con InSight si passerà il testimone. Si tratta del cratere Jezero, una depressione larga circa 50 km un tempo attraversata da un fiume che immetteva acqua in un lago attraverso un delta ramificato. Questa regione potrebbe contenere tracce di vita microbica di 3,5-3,9 miliardi di anni fa, quando Marte era più caldo e più umido.
https://www.focus.it/scienza/spazio/insight-lander-marte-touchdown
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