Il Global Burden of Disease fotografa uno stato di salute fragile
Facciamo meno figli mentre la diminuzione della mortalità globale ha raggiunto un preoccupante "stallo"; a uccidere sono malattie croniche, epidemie e violenza, e la cattiva salute è legata quasi sempre a quattro fattori, in aumento. Una sintesi del bollettino annuale pubblicato su The Lancet.
Dalla prima pubblicazione del Global Burden of Disease Study, il più completo rapporto annuale sui trend di salute mondiale, 10 anni fa, ogni nuova edizione ha fotografato un mondo in graduale miglioramento sotto il profilo "medico". L'ultima edizione raccontata in vari studi su The Lancet e relativa al 2017 fa scricchiolare questa lenta, ma progressiva crescita con alcune tendenze allarmanti: si fanno dappertutto meno figli, mentre la riduzione della mortalità globale sembra aver raggiunto una fase di "plateau", una sorta di stagnazione.
MENO PANCIONI. Il lavoro coordinato dall'Institute for Health Metrics and Evaluation (IHME) dell'Università di Washington a Seattle, che ha coinvolto 3.500 ricercatori da 140 diversi Paesi, ha misurato quest'anno per la prima volta i dati sulla fertilità mondiale. Le nascite medie per donna si sono dimezzate dal 1950, e in 90 nazioni si registrano meno di 2 figli per donna. Ciò nonostante la popolazione continua a crescere, per gli effetti di una spinta demografica degli anni scorsi: dal 2007 al 2017, la crescita di popolazione annuale è stata di oltre 87 milioni di persone.
DI COSA SI MUORE. Nel 2017 sono morte 55,9 milioni di persone e oltre la metà dei decessi (51,5%) è risultata legata a quattro fattori prevenibili dello stile di vita: il fumo, la pressione alta, gli alti livelli di glucosio nel sangue e un alto indice di massa corporea. Quasi tutte queste cause sono cresciute in modo esponenziale dagli anni '90: l'alto indice di massa corporea è passato da sedicesimo fattore di rischio a quarto in un decennio.
Se gli investimenti nelle cure prenatali, nell'accesso ad acqua pulita e servizi igienici adeguati hanno diminuito alcune cause di mortalità, i fattori citati e l'invecchiamento della popolazione fanno sì che le malattie non trasmissibili (come per esempio quelle cardiovascolari) siano attualmente responsabili del 73% delle morti mondiali. L'incidenza dell'obesità è salita in quasi ogni Paese del mondo, portando i decessi per diabete di tipo 2 a più di un milione nell'anno trascorso.
VIOLENZA ED EPIDEMIE. Conflitti e terrorismo sono divenute due delle cause di morte a più rapida crescita (i casi sono aumentati del 118% dal 2007 al 2017), mentre la prevalenza della dipendenza da oppio è aumentata del 75% in meno di 10 anni: nel 2017 ha portato alla morte 100 mila persone. Lo scorso anno, i disordini depressivi sono stati la terza causa di anni vissuti nella disabilità (dopo mal di testa e mal di schiena), mentre le morti per febbre dengue sono aumentate in modo sostanziale nella maggior parte dei Paesi tropicali e subtropicali, passando da 24.500 a 40.500 nel decennio analizzato.
Praticamente ovunque le donne continuano a vivere in media più a lungo degli uomini, ma la tendenza preoccupante è che trascorrono sempre più anni della loro vecchiaia in cattive condizioni di salute. «Il GBD 2017 - si legge nell'editoriale che lo accompagna su The Lancet - ci ricorda che senza un'attenzione e uno sforzo costante, il progresso può essere facilmente invertito». Speriamo che il messaggio arrivi a chi di dovere.
https://www.focus.it/scienza/salute/global-burden-of-disease-2017-lancet
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