Vivere in un paese straniero è un’esperienza tanto esaltante quanto destabilizzante. Perché le abitudini sono dure a morire e non sempre è facile adattarsi a stili di vita tanto diversi. Vale per noi come per chi decide di trasferirsi, per scelta o necessità, nel nostro paese, ritrovandosi a fare i conti con realtà, abitudini, atteggiamenti a volte piacevoli, altre meno.
Si tratta del cosiddetto shock culturale, un senso di smarrimento dovuto al cambiamento di stile di vita cui costringe il trasferimento in un paese nuovo. Può sembrare scontato ma gli autoctoni ne sottovalutano la portata, stupendosi della reticenza degli stranieri nei confronti di certi abitudini assodate. Eppure sarebbe interessante avventurarsi nella mente di un emigrato per osservarci dal di fuori. Chissà quante cose potremmo scoprire sul nostro conto guardandoci da una prospettiva inversa, difetti inclusi. Che dite, ci proviamo?
Di seguito riporto alcune testimonianze tratte dalla mia esperienza personale con emigrati residenti in Italia, provenienti principalmente dall’Est Europa e dall’Africa Occidentale, e dall’articolo “Un po’ di stranieri spiegano cosa li ha scioccati di più dell’Italia” pubblicato su Vice.
Nella Top 10 delle abitudini, atteggiamenti, stili di vita incomprensibili, strane, insolite troviamo l’aspetto esteriore. Secondo la testimonianza di una donna cinese, riportata nell’articolo di Vice, gli italiani cambiano atteggiamento a seconda di come si è vestiti. Un bell’abito incoraggia sorrisi, un abito brutto induce un atteggiamento scortese.
Alcuni conoscenti della Romania mi hanno svelato di aver riscontrato una gentilezza di facciata diffusa in noi italiani. Mentre testimoni del Regno Unito affermano che fatichiamo a dire la verità, pur essendo cordiali e simpatici. Diversa l’opinione di un testimone giapponese secondo il quale gli italiani, rispetto ai connazionali nipponici, sono molto più diretti.
Un testimone albanese ha affermato che i ragazzi italiani sembrano esageratamente attaccati alla famiglia.
Alcuni emigrati polacchi si stupivano, un decennio fa, della distanza corporale fra le persone mentre si parlano.
Secondo una ragazza della Lituania, e non è la sola, diamo molta importanza ai pasti. Inoltre gli uomini, rispetto ai lituani, cercano molto di più il contatto fisico tra loro, esprimendo l’amicizia a suon di braccia sulle spalle e altri gesti simili.
A proposito di colazioni, per molti stranieri è difficile rinunciare al salato rimpiazzandolo con brioche e cappuccino. Non tutti gradiscono la dolcezza per il buongiorno.
Un testimone libanese ha affermato che molti italiani ignorano completamente le abitudini di altri paesi, come il suo, credendoli miseri e poco civilizzati. E che dire dei segnali stradali? Stando agli statunitensi, e confermo, sono indecifrabili e posizionati male.
Se gli emigrati provenienti dal Nord Europa affermano di essersi sentiti pienamente accettati, e questo vale anche per alcuni stranieri africani, diversa è la situazione per chi proviene dall’Est Europa. In particolare i romeni si lamentano di essere confusi con i rom, probabilmente a causa della somiglianza del nome. Nonostante vi siano molti rom di nazionalità romena, le abitudini sono spesso diverse.
Un emigrato australiano si è dichiarato scioccato dall’avversione degli italiani nei confronti dei piedi scalzi. In Australia era una cosa normale camminare senza scarpe, qui è invece giudicata malissimo. Sempre secondo lo stesso testimone molti italiani ignorano il significato di testi tratti dalle canzoni e slogan in inglese, che vengono utilizzati a casaccio su t-shirt e capi d’abbigliamento, a volte in modo imbarazzante.
Alcuni conoscenti rom si stupivano dell’ossessione degli italiani per lo sport. Secondo testimoni tedeschi siamo invece poco puntuali e tendiamo a fare confusione per nulla.
Altri amici dell’Africa Occidentale ritengono strana la nostra abitudine di non fare regali a parenti ed amici in qualunque occasione buona. Per altri ancora è curiosa la nostra ignoranza nei confronti di alcune verità scomode, risapute altrove, riguardanti meccanismi politici promossi dai vertici occidentali. Viene considerata altrettanto curiosa la nostra convinzione che l’invisibile, e tutto ciò che ha a che fare con esso, non esista. E che dire della strana abitudine di allontanare gli anziani dalla famiglia perché ritenuti inutili o scomodi? In molti paesi africani l’anziano ha un ruolo importante, viene considerato un punto di riferimento dai familiari più giovani per la sua saggezza. L’idea di abbandonarlo a se stesso o di relegarlo in una casa di riposo è inconcepibile. Ovviamente questa concezione è favorita da uno stile di vita molto diverso da quello occidentale, caratterizzato da tempi meno frenetici e dalla presenza di famiglie allargate che riescono a prendersi cura degli anziani.
Queste testimonianze non devono incoraggiare la competizione fra popoli nè sciocchi confronti, vanno piuttosto considerate in una prospettiva di apertura. Osservarsi dal di fuori evitando atteggiamenti di difesa è complicato ma utilissimo. Perché mettersi in discussione, a livello individuale ma anche collettivo, può aiutarci a migliorare, a capirci, a correggere eventuali abitudini obsolete, o a rimanere semplicemente come siamo ma con un pizzico di consapevolezza in più.
http://www.eticamente.net/58190/le-abitudini-degli-italiani-viste-dagli-stranieri.html?refresh_ce
Laura De Rosa mirabilinto.com
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