In Egitto una squadra di ricercatori sta scavando il Cimitero Settentrionale di Amarna, che si pensa possa contenere i corpi di circa 2000 operai della cava di pietra adiacente.
Un primo esame di 105 individui ha fatto però una scoperta sconvolgente: la maggior parte di loro aveva meno di 15 anni, e il 90% aveva tra i 7 e i 25 anni. Di solito gli adolescenti hanno una buona salute, eppure in questi sono state riscontrate lesioni traumatiche e condizioni degenerative associate a carichi di lavoro pesanti.
La città di Amarna venne fatta costruire dal cosiddetto faraone eretico Akhenaton, morto nel 1332 a.C.
di Mary Shepperson, archeologa (University College London)
Il Cimitero Meridionale
Le recenti ricerche si sono concentrate sui cimiteri di Amarna. Non le tombe nella roccia della famiglia reale, ma le semplici tombe nel deserto degli egizi comuni, quelli che vivevano e lavorarono nella città di Akhenaton. Tra il 2006 e il 2013 ho avuto la fortuna di lavorare per il Progetto Amarna nell’ambito di uno scavo per il recupero di 400 corpi in un grande cimitero composto da circa seimila sepolture saccheggiate. Il loro studio ha dipinto un nuovo quadro sui livelli più bassi della società egizia: povertà, lavoro duro, dieta povera, cattiva salute, lesioni frequenti e morte relativamente precoce.
Per altri aspetti il Cimitero Meridionale rimane abbastanza in linea con le aspettative. C’erano modeste variazioni nella ricchezza e nello stile di sepoltura, un mix abbastanza uniforme di maschi e femmine, e la mortalità è quella tipica dell’antichità: elevata mortalità infantile, ma chi sopravvive arriva solitamente all’età adulta, poi il tasso di morte aumenta di nuovo per colpa di malattia, parto, ferite ed età. Tutto questo era importante e molto interessante, ma non particolarmente insolito.
Il Cimitero Settentrionale
Nel 2015 cominciammo a scavare un altro cimitero non elitario a nord della città, e qui la storia è cambiata. Appena scavati i primi scheletri, è stato subito evidente che le sepolture erano ancora più semplici che nel Cimitero Meridionale, con quasi nessun oggetto funerario e solo qualche materiale grossolano per avvolgere i corpi. Gli scavi hanno poi reso chiara un’altra tendenza: quasi tutti gli scheletri non erano ‘maturi’. C’erano bambini, adolescenti e giovani adulti, ma non abbiamo veramente trovato neonati o adulti più anziani. Le nostre tre aree di scavo erano molto distanti, lungo tutto il cimitero, ma hanno dato lo stesso risultato. Questo sì che era insolito e non poco sconcertante.
La prima analisi scheletrica di 105 individui scavati nel Cimitero Settentrionale nel 2015 è stata appena completata dalla dott.ssa Gretchen Dabbs della Southern Illinois University, e sembra che le nostre impressioni iniziali fossero assolutamente giuste. Oltre il 90% degli scheletri ha un’età stimata tra i 7 e i 25 anni, ma la maggioranza di loro ne ha meno di 15. Essenzialmente, questo era un cimitero per adolescenti. Ora: tra i 7 e i 25 anni le persone non dovrebbero morire. In una popolazione normale è l’età in cui si è più in salute, eppure nel Cimitero Settentrionale sembra che si morisse quasi esclusivamente in questi anni. Di bambini con meno di 7 anni, di solito numerosi nei cimiteri antichi, ce ne erano solo 3 su 105. È l’esatto contrario di quello che si trova normalmente.
Una forza lavoro di bambini e ragazzi
Le patologie scheletriche del Cimitero Settentrionale avevano anche alcune curiose caratteristiche. La maggioranza dei ragazzi tra i 15 e i 25 anni aveva subito lesioni traumatiche, e circa il 10% aveva sviluppato l’osteoartrosi. Anche nei minori di 15 anni, il 16% aveva fratture spinali e altre anomalie normalmente associate a carichi di lavoro pesanti. La spiegazione più ovvia non è bella: questi bambini e adolescenti sembrano essere stati impiegati frequentemente nei lavori pesanti. A sette anni i bambini possono portare un carico e seguire delle istruzioni, ecco perché mancano scheletri più giovani. L’assenza di adulti più anziani suggerisce due possibilità: o i lavoratori adulti venivano liberati o trasferiti, oppure il lavoro e le condizioni di vita non permettevano a nessuno di passare di molto i 25 anni. Anzi, sembra che fossero già fortunati di arrivare ai 15 anni.
L’isolamento di questi giovani nella morte solleva un’altra domanda. La famiglia era molto importante nell’antico Egitto, e si occupava del necessario quando i suoi membri morivano. Il fatto che i morti del Cimitero Settentrionale fossero stati sepolti con poco riguardo e praticamente nessuna offerta funeraria suggerisce che i defunti non furono restituiti alle famiglie, ma che avevano vissuto ed erano morti lontani dalle cure dei parenti. Inoltre il 43% delle tombe conteneva più di un individuo (fino a 5 o 6), molto di più rispetto agli altri cimiteri di Amarna. Mentre nel Cimitero Meridionale le sepolture multiple si trovavano fianco a fianco in tombe più larghe, nel Cimitero Settentrionale i corpi erano accatastati l’uno sull’altro. Nel primo sembrano esserci gruppi famigliari, nel secondo l’età dei bambini è talmente simile che probabilmente non erano parenti. L’ipotesi è che si scavasse una fossa, magari ogni giorno, settimana o mese, senza sapere quanti corpi vi sarebbero stati messi. Il Cimitero Settentrionale conserva probabilmente almeno un paio di migliaia di sepolture.
Chi è sepolto nel Cimitero Settentrionale?
È una domanda difficile in questa fase iniziale del progetto, e tutte le nostre teorie attuali hanno i loro punti deboli. Il Cimitero Settentrionale si trova verso le principali cave di pietra e probabilmente queste persone furono impiegate come manodopera non qualificata durante la costruzione frenetica della nuova città. È possibile che fossero figli di schiavi o di famiglie egizie a cui venne chiesto un contributo per la costruzione della nuova città. Il lavoro forzato e non pagato era spesso utilizzato nell’antico Egitto per i grandi progetti. In ogni caso i bambini sembrano essere stati tolti alle loro famiglie senza l’intenzione di essere restituiti. È anche possibile che si trattasse di una popolazione catturata o deportata ad Amarna per lavorare. Da un lato ciò potrebbe spiegare la mancanza del contatto familiare e l’apparente indifferenza per le giovani vite; dall’altro, il metodo di sepoltura, le ceramiche e i pochi oggetti recuperati suggeriscono che fossero Egizi. Speriamo che la futura analisi del DNA delle ossa possa chiarire le loro origini. In ogni caso, il Cimitero Settentrionale ci costringe a considerare la possibilità che Akhenaton abbia costruito la sua città almeno in parte con il lavoro minorile.
Per gli archeologi, Amarna è una benedizione e una maledizione per comprendere la vita nel Nuovo Regno. È vero che fornisce un’istantanea di quel periodo, una città concepita e costruita da zero e non alterata nei periodi successivi. Ma venne fatta costruire velocemente da un faraone eccentrico con una sua particolare teologia, quindi quanto può essere veramente rappresentativa? E se Amarna venne costruita grazie al lavoro minorile, era così anche nel resto d’Egitto? L’eccezionale natura di Amarna rende difficile contestualizzare questi risultati.
L’Egitto è pieno di costruzioni straordinarie, commissionate da faraoni con una mentalità megalomane simile a quella di Akhenaton. Forse quando ammiriamo queste meraviglie dovremmo pensare anche al prezzo pagato in vite umane, alcune delle quali giovanissime. L’archeologia ci offre i mezzi per raccontare l’altra parte della storia, fatta di condizioni di lavoro spaventose e vite brevi.
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