Finché morte non li separi
C'è un verme parassita che quando trova l'anima gemella non se ne stacca più. Letteralmente
Esiste il grande amore, quello per cui si vive per sempre insieme felici e contenti, fedeli per tutta la vita? Si, ma purtroppo (o per fortuna) non è una prerogativa di Homo sapiens bensì di Diplozoon paradoxum, un verme piatto parassita lungo meno di un centimetro che vive succhiando il sangue sulle branchie dei pesci rossi e altri ciprinidi europei.
Una specializzazione indubbiamente poco romantica, ma l'amore non si fa certo fermare da dettagli triviali. Le uova di questo verme vengono deposte dai genitori sulle branchie del pesce su cui vivono e dalle uova nasce una larvetta dotata di ciglia per nuotare. Questa larvetta (chiamata dagli scienziati oncomiracidio) nuota alla ricerca di un altro pesce su cui stabilirsi, in modo da evitare di riprodursi coi suoi fratelli, e quando ne trova uno fa una muta e si fissa alle branchie del nuovo malcapitato pesce rosso (o carpa, o altro ciprinide) grazie a una serie di uncini che ha intorno alla bocca. In questa fase la larva, chiamata diporpa, sopravvive solo qualche mese, ma la solitudine alla lunga le è fatale.
Se però incontra un'altra larva diporpa, tutto cambia: le due larve, ermafrodite, si uniscono per sempre, letteralmente, poiché fondono insieme i propri corpi attaccando ciascuna una ventosa alla papilla dorsale dell'altra. Il nuovo organismo che si forma è finalmente il verme adulto, che ha due teste, due code e la forma di una X, poiché i due vermi sono uniti per la parte centrale. I due organismi condividono tutto, non resta alcuna traccia della separazione originale, per cui si tratta a tutti gli effetti di un verme bicefalo.
La fusione stimola la maturazione degli organi sessuali e gli spermatozoi di un individuo fertilizzano le uova dell'altro e viceversa, per cui ciascuno dei due procrea scambiando reciprocamente gameti con il compagno, in una copulazione continua che dura per tutta la vita. Più che di una unione civile, si tratta di una unione anatomica grazie a un fortuito incontro durante l'adolescenza. I risultati sono indiscutibilmente efficaci perché in questo modo ogni individuo non spreca energie per trovare a ogni stagione un altro individuo con cui scambiare i gameti, e la coppia si pensa possa vivere felice per diversi anni, poiché i ciprinidi sono pesci piuttosto longevi.
http://www.nationalgeographic.it/dal-giornale/2017/04/19/news/finche_morte_non_li_separi-3485941/
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