Il Giappone ha uno dei tassi di adozione più elevati al mondo con oltre 80.000 adozioni ogni anno. Eppure la grandissima maggioranza degli adottati sono adulti tra i 20 e i 30 anni, specie maschi: rappresentano, secondo alcune fonti, oltre il 90% delle adozioni, mentre per quanto riguarda le adozioni di bambini il Giappone sarebbe molto indietro rispetto alla maggior parte dei paesi sviluppati.
Qual’è la ragione di questa anomalia? Apparentemente, il tutto va ricondotto alle imprese familiari, una tradizione che caratterizza l’economia giapponese. Circa un terzo delle imprese giapponesi sono imprese familiari, compresi molti giganti, e anche molte multinazionali che si sono “aperte” solo recentemente. Il Giappone vanta il record delle imprese dalla storia più lunga, e anche dell’azienda familiare più antica: Kong? Gumi è un’impresa specializzata nella costruzione di templi fondata nel 578, rimasta familiare per oltre 1.400 anni, fino a quando nel 2006 è stata acquisita da un gruppo industriale.
Eppure, secondo numerosi studi le imprese familiari non dovrebbero poter prosperare nel lungo periodo. Il motivo è tutto sommato ovvio: la capacità imprenditoriale non si eredita.
Le imprese familiari giapponesi hanno storicamente risolto il problema ricorrendo all’adozione di adulti: quando non c’erano eredi maschi, oppure quando l’erede naturale non era giudicato sufficientemente abile per prendere in mano l’azienda di famiglia. Un giovane uomo che avesse dato prova di intelligenza e competenza veniva scelto ed adottato per continuare la tradizione di famiglia: il prestigio del nome è più importante di quello del “sangue”. Questo, tra l’altro, mette sotto pressione anche gli eredi naturali, dato che devono impegnarsi per dimostrare il loro valore e non venire scavalcati manager adottati
Il mukoyoshi, questa tradizione vecchia di secoli continua ancora oggi, e anche se la legge non impedisce più che l’erede sia una donna, a essere scelti sono soprattutto giovani uomini.
http://notizie.delmondo.info/2017/03/07/imprese-familiari-in-giappone-grazie-alladozione/
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