La tomba di Gesù svela i suoi segreti


Continuano le ricerche all'interno della basilica del Santo Sepolcro di Gerusalemme per esaminare il sito tradizionalmente ritenuto la tomba di Gesù. Dalle prime indagini risulta che l'Edicola, una cappella che nella struttura attuale risale ai primi dell'Ottocento, custodisce ancora parti di quella che agli albori della cristianità venne individuata come la tomba originale, nonostante secoli di distruzioni, danni e ricostruzioni all'interno della basilica.

Originariamente il Santo Sepolcro era una grotta in cui, secondo la tradizione, il corpo di Gesù fu adagiato su un letto scavato nella roccia calcarea. Attorno alla grotta sorse nei secoli la basilica; al più tardi nel 1555 - ma molto probabilmente già secoli prima - il letto sepolcrale fu coperto con una lastra di marmo, a quanto pare per impedire che i pellegrini staccassero frammenti della roccia originaria per portarseli a casa come reliquie. Ed è questa lastra di marmo che è stata rimossa lo scorso 26 ottobre dai restauratori del team dell'Università Nazionale Tecnica di Atene. Lavorando incessantemente per 60 ore - il tempo massimo concesso dalle autorità della basilica - i ricercatori hanno rimosso i materiali di riempimento, trovando prima una seconda lastra di marmo, con sopra incisa la croce, e poi riportando alla luce parte della superficie originaria del letto di roccia.

"Sono assolutamente sbalordito", ha detto Fredrik Hiebert, archeologo residente della National Geographic Society che sta seguendo i lavori. "Mi tremano un po' le gambe, perché non me l'aspettavo. Non possiamo esserne sicuri al 100 per cento, ma questo ritrovamento potrebbe dare una risposta definitiva a una questione che appassiona da decenni storici e scienziati: il luogo identificato come la tomba è sempre stato questo".

I ricercatori, inoltre, hanno anche ritrovato le tracce delle pareti della grotta, oggi racchiusa dall'Edicola. Aprendo una finestra nella parete interna meridionale della cappella, è stato possibile portare alla luce l'originaria roccia calcarea.

"È questa la Sacra Roccia venerata da secoli, ma solo oggi possiamo effettivamente vederla", ha commentato Antonia Moropoulou, principale supervisore scientifico dei restauri.


Un ricercatore rimuove i detriti portando alla luce la superficie originaria di quello che viene ritenuto il giaciglio su cui fu adagiato il corpo di Gesù. A destra, la lastra di marmo rotta - con sopra incisa una croce - che è stata ritrovata sotto quella che attualmente ricopre la roccia.

L'archeologia non può naturalmente dirci se quella scoperta nella basilica sia davvero la tomba di un individuo chiamato Gesù di Nazareth. Ma le attuali ricerche sembrano dimostrare - almeno indirettamente - che quello è effettivamente il sito identificato dagli emissari dell'imperatore Costantino (tra cui sua madre Elena) nel IV secolo d.C.

I Vangeli canonici raccontano come il corpo di Gesù, deposto dalla Croce, fu sepolto in una tomba scavata nella roccia che apparteneva a Giuseppe d'Arimatea, un ricco ebreo che era diventato suo seguace. Più di un migliaio di tombe del genere sono state ritrovate nei dintorni di Gerusalemme, spiega l'archeologa Jodi Magness, beneficiaria di un fondo di ricerca di National Geographic. Ciascuna di queste tombe di famiglia aveva una o più camere sepolcrali, con lunghe nicchie scavate sul fianco della roccia su cui venivano deposti i corpi. "Il racconto evangelico, quindi, coincide perfettamente con le nostre informazioni sul modo in cui gli ebrei facoltosi dell'epoca di Gesù seppellivano i loro morti", sostiene Magness. "Tutto ciò, naturalmente, non basta per provare che si tratti di un fatto storico. Ma quanto meno dimostra che questi usi e costumi erano ben noti alle fonti su cui si basarono gli autori dei Vangeli" (che, ricordiamo, furono scritti alcuni decenni dopo gli eventi narrati).


Fedeli in preghiera sulla tomba di Gesù, prima dei lavori di restauro.

La legge ebraica proibiva le sepolture all'interno delle mura della città, e infatti i Vangeli specificano che Gesù fu sepolto fuori da Gerusalemme, nei pressi del Golgota, o Calvario ("il luogo dei teschi"), la collina su cui era stato crocifisso. Pochi anni dopo, la cinta muraria di Gerusalemme fu ampliata, e Golgota e sepolcro si ritrovarono all'interno di quella che oggi è detta Città Vecchia di Gerusalemme. Si racconta che quando, intorno al 325 d.C., gli emissari di Costantino arrivarono per identificare il Sepolcro, furono indirizzati verso un tempio che era stato fatto costruire dal suo predecessore Adriano circa due secoli prima. Le fonti storiche suggeriscono che Adriano avesse voluto un tempio pagano sul sito venerato dai cristiani per riaffermare la potenza di Roma; allo stesso modo aveva fatto costruire un altro tempio sul luogo del Secondo Tempio ebraico, distrutto dai Romani nel 70 d.C.

Eusebio di Cesarea racconta che Costantino fece radere al suolo il tempio di Adriano, e i successivi scavi rivelarono la presenza di una tomba scavata nella roccia. Tetto e lati della tomba furono rimossi, e intorno al sepolcro fu costruita una chiesa, distrutta poi nel 1009 dai Fatimidi e ricostruita qualche decennio più tardi.

Gli scavi effettuati nel corso del Novecento hanno portato alla luce tracce del tempio di Adriano e frammenti di parete della chiesa costantiniana. Gli archeologi hanno anche riportato alla luce, nella zona, un'antica cava di calcare e almeno una mezza dozzina di tombe scavate nella roccia, alcune delle quali sono oggi visitabili.

Secondo Magness, la presenza di altre tombe del periodo è un'importante evidenza archeologica: "Dimostra che ai tempi di Gesù questa zona era un cimitero ebraico fuori le mura". Aggiunge Dan Bahat, ex archeologo capo della città di Gerusalemme: "Forse non possiamo essere assolutamente certi che il sito della basilica sia l'effettivo sito di sepoltura di Gesù, ma di certo non ce n'è un altro che possa aspirare all'identificazione con altrettanta autorevolezza, e quindi non abbiamo motivi per dubitare della sua autenticità".


L'Edicola avvolta dalle impalcature per i lavori di restauro, che dureranno fino alla prossima primavera

Come previsto, la copertura di marmo è stata ricollocata al suo posto e potrebbe non essere più rimossa per secoli: Il restauro architettonico che stiamo portando a termine ha l'ambizione di durare per sempre", dice Moropoulou. Prima della copertura, però, i restauratori hanno effettuato una scrupolosa documentazione del letto di roccia portato alla luce. L'archeologo Martin Biddle, che nel 1999 ha pubblicato un fondamentale studio sulla tomba, ritiene che per sapere davvero se il sito corrisponde a quello indicato dai Vangeli - o almeno per capire perché nei secoli è stato ritenuto tale - bisognerà studiare con attenzione i dati raccolti. "Bisogna esaminare con estrema attenzione le immagini della superficie della roccia, fin nei minimi dettagli, per evidenziare eventuali tracce di graffiti", sostiene, ricordando che nella zona ci sono altre tombe coperte di croci e iscrizioni dipinte o incise. "Sappiamo che al di sotto di altre zone della basilica sono sepolte altre tombe scavate nella roccia. Ma allora perché Eusebio di Cesarea identificò proprio questa come la tomba di Gesù? Lui non lo dice, e noi non lo sappiamo. Io penso che lui avesse visto giusto - era un ottimo studioso - ma devono esserci delle tracce [forse appunto graffiti] in base alle quali prese la sua decisione".

Nel frattempo, l'équipe dell'Università ateniese continua il restauro dell'Edicola. Per almeno altri cinque mesi i restauratori effettueranno lavori di consolidamento e ripulitura, oltre a documentare ogni centimetro della struttura per raccogliere informazioni da sottoporre poi all'esame degli studiosi, in modo da comprendere meglio le origini e la storia di uno dei siti più sacri del mondo.

ESCLUSIVA NAT GEO Studiando il letto di roccia portato alla luce nella basilica del Santo Sepolcro gli archeologi puntano a capire perché fu identificato come il luogo di sepoltura di Cristo
di Kristin Romey - fotografie di Oded Balilty, AP per National Geographic http://www.nationalgeographic.it/wallpaper/2016/10/31/foto/la_tomba_di_gesu_svela_i_suoi_segreti-3293148/1/

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