Uno dei sei pettini d’avorio rinvenuti (Department of Classics/University of Cincinnati) |
Lo studio sull’eccezionale scoperta fatta un anno fa in Grecia – la tomba intatta di un guerriero a Pilo – ha ipotizzato che il ricchissimo corredo funerario potesse essere il prodotto di quella stessa comunità, e non un bottino razziato alla vicina isola di Creta.
In particolare, dicono gli archeologi, gli anelli d’oro erano anelli del potere, degli oggetti riservati solo ai governanti.
La tomba getta luce su un importante processo storico, l’estensione della cultura minoica dall’isola di Creta alla Grecia meridionale, dove formò le basi per la successiva civiltà micenea, la prima avanzata del continente europeo.
La tomba era stata scoperta l’anno scorso da Jack L. Davis e Sharon R. Stocker, marito e moglie, archeologi dell’Università di Cincinnati (vedi “Il tesoro della tomba di un guerriero a Pilo“).
È una delle tombe più ricche mai trovate in Grecia negli ultimi 50 anni: conteneva oltre 1.400 oggetti, tra cui una spada con impugnatura in avorio, quattro anelli d’oro massiccio, pettini in avorio e incisioni raffiguranti grifoni e leoni. Vi era inoltre un’eccezionale collana di fili dorati, calici d’oro e d’argento e più di 50 sigilli incisi – in stile minoico – raffiguranti dee, canne, altari, leoni e uomini che saltano sui tori. I reperti di ceramica hanno datato la sepoltura al 1.450 a.C. circa.
Incisi e riprodotti
Gli anelli d’oro, le gemme incise e molti altri oggetti portano i temi minoici, e per questo motivo si pensava che fossero stati razziati sull’isola di Creta. Ma David e Stocker la pensano diversamente, facendo notare che gli oggetti nella tomba riprendono l’iconografia degli anelli d’oro, scrivono sulla rivista scientifica Hesperia.
La tomba conteneva uno specchio di bronzo e sei pettini d’avorio, una cosa apparentemente sorprendente se pensiamo che era la sepoltura di un guerriero. Tuttavia, i soldati greci portavano i capelli lunghi, e gli Spartani erano noti per pettinarsi i capelli prima della battaglia. Lo specchio potrebbe aver avuto un significato rituale: uno degli anelli d’oro raffigura proprio una dea che tiene uno specchio simile.
Un altro oggetto trovato nella tomba e raffigurato sugli anelli è un bastone di metallo con una testa animale, probabilmente un toro. E anche in questo caso, su uno degli anelli d’oro si vede una dea con un bastone simile. Il bastone quasi certamente indica che il guerriero deteneva un’autorità di qualche tipo, religiosa o civile.
Minoici o Micenei?
Gli archeologi non sanno ancora se l’uomo, e chi lo seppellì, fossero minoici oppure micenei influenzati dalla cultura minoica.
«Chiunque fossero, sono le persone che introdussero la cultura minoica nel continente, e che forgiarono la cultura micenea», dice David. «Probabilmente si vestivano come i Minoici e costruivano le loro case come si faceva a Creta, usando delle tecniche di costruzione minoiche». La sepoltura del guerriero «ci dice che proprio dall’inizio c’erano delle persone sul continente che conoscevano la cultura minoica e che la stavano introducendo sul continente per una ragione specifica, quella di affermare loro stessi nelle posizioni di potere».
Dal 1.400 a.C., mezzo secolo dopo la morte del guerriero, quel potere si era esteso alla provincia della Messenia. A Pilo i sovrani micenei governavano ormai dal cosiddetto Palazzo di Nestore.
Cynthia W. Shelmerdine, esperta di Età del Bronzo Egea presso l’Università del Texas, concorda che i sigilli sugli anelli e sulle gemme rappresentassero un potere politico e amministrativo: «Avevano certamente una connessione col potere». E la tomba, sia che stata scavata dai Minoici o dai Micenei, «combacia con le altre prove secondo le quali le élite sul continente erano sempre più legate a quelle sull’isola di Creta».
I Micenei continuarono a usare i temi minoici (come i ginnasti che saltano sopra i tori) nella loro arte e nella loro amministrazione fino alla fine del periodo palaziale. Tuttavia in epoca classica la memoria della cultura minoica era svanita; sopravviveva soprattutto col mito di Arianna, la figlia del re di Creta Minosse, che aveva mostrato a Teseo come uscire dal labirinto di Cnosso dopo aver ucciso lo spaventoso Minotauro.
https://ilfattostorico.com/2016/10/07/nella-tomba-del-guerriero-di-pilo-gli-anelli-del-potere/
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