La storia della più importante e ricca imprenditrice del ferro è piena di successi professionali ed economici, così come di drammatici fallimenti sul versante familiare.
Una donna di ferro, così la definiscono molte persone che l’hanno conosciuta.
Giorgina, più nota come Gina Rinehart, non ha soltanto il carattere di ferro, ma anche la proprietà delle più importanti miniere australiane, ereditate nel 1992 dal padre, che aveva creato la Hancock Prospecting, la più grande compagnia mineraria del mondo. Ma non è proprio quella che si definirebbe una figlia di papà…
Anche se qualcuno ha calcolato che guadagna 1,5 milioni di euro all’ora, è sempre stata accusata dai figli di essere molto avara e di aver fatto del suo lavoro una missione. Ad un giornalista che le chiedeva che cosa forse la bellezza, Giorgina, che non si può certo definire una modella, ha candidamente risposto: “Per me la bellezza è una miniera di ferro!“
La regina delle miniere australiane è riuscita a moltiplicare per 400 il capitale iniziale ereditato, diventando nel 2011 la donna più ricca del mondo. Ad oggi è la più ricca d’Australia, nonostante la caduta dei prezzi del minerale di ferro. Gina Rinehart è considerata da Forbes la cinquantunesima donna più potente del mondo e la sua ricchezza è stimata in 11,4 miliardi di dollari, in discesa dai 12,2 miliardi dell’anno precedente.
Nel 2015 è diventata proprietaria di Fossil Downs Station, 4.000 chilometri quadrati di proprietà con 15.000 capi di bestiame, cosa che l’ha resa la più importante imprenditrice anche del settore degli allevamenti in Australia. Inoltre, è la maggiore azionista del gruppo editoriale e mediatico Fairfox, diretto concorrente del connazionale Rupert Murdoch.
Gina Rinehart, nata nel 1954, due matrimoni, quattro figli e attualmente vedova, conduce una vita relativamente modesta. Vive e gestisce il suo impero nella stessa casa dove abitava il padre. È stata una grande ammiratrice di Margaret Thatcher ed è una sostenitrice delle teorie economiche di Milton Friedman, uno dei teorici del pensiero liberista. Perciò è fermamente convinta che l’intervento dello Stato in campo economico sia spesso più dannoso che utile.
In questi giorni è balzata agli onori delle cronache per le ultime azioni legali per tentare di bloccare i tre figli maggiori dall’accedere a milioni di dollari nella recente joint-venture tra la Hancock Prospecting e il colosso minerario Rio Tinto. In precedenza, i figli avevano vinto una causa contro di lei per il controllo del fondo di famiglia.
Ma Giorgina è una donna molto potente e sembra fermamente intenzionata ad usare tutto il suo potere per ottenere quello che vuole. Anni di lotte intestine all’interno della famiglia per tenere lontani i figli dal controllo dell’impero miliardario, perché ai tre più grandi manca l’abilità e l’etica del lavoro per farsi carico di una simile responsabilità. Questo la versione di Giorgina, a cui i figli contestano di essersi sempre comportata da avara prevaricatrice, sottoponendoli addirittura ad atti di bullismo.
Probabilmente, Giorgina non è la migliore madre possibile ma, chi la conosce bene, non ha molti dubbi sul fatto che sia non solo una abile imprenditrice nel settore del ferro, ma anche un’imprenditrice di ferro!
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Miniere e miliardi: la storia di Giorgina, l’imprenditrice di ferro
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