Il ministro del Lavoro Giuliano Poletti al tavolo con i sindacati (lapresse) |
ROMA - Cassa integrazione straordinaria prolungata di dodici mesi. Un nuovo sussidio da 500 euro al mese per un anno a chi è rimasto senza ammortizzatori. E un Piano operativo di ricollocazione (Por) oppure l'offerta conciliativa. Tre strade per aiutare i 35-40 mila lavoratori delle nove aree di crisi industriali complesse - da Piombino a Termini Imerese, da Livorno a Gela, da Taranto a Trieste - quando a fine dicembre scadranno gli ammortizzatori sociali. E il rischio di diventare esodati - senza sussidi né lavoro e lontani dalla pensione - diventerà concreto, visto che dal primo gennaio scompaiono sia l'indennità di mobilità che la cassa integrazione in deroga e arrivano paletti più stringenti per la cassa integrazione straordinaria, così come previsto dal Jobs Act.
Sussidi prorogati. Sindacati e governo (c'era il ministro del lavoro Giuliano Poletti) si sono incontrati oggi per dare forma compiuta al documento firmato il primo settembre da Confindustria e Cgil, Cisl e Uil. Due i criteri di fondo: soluzione tampone dal primo gennaio e intervento operativo parallelo e contestuale per accelerare le ricollocazioni o indennizzare i lavoratori che vi rinunciano. Nel primo caso, il governo si appresta a modificare il decreto legislativo 148 del 2015 che ha riordinato gli ammortizzatori sociali in attuazione del Jobs Act. E dunque a consentire, in queste sole aree di crisi cosiddette complesse, di estendere di un anno la Cigs in scadenza il 31 dicembre. Regioni e ministero dello Sviluppo economico potrebbero poi prevedere un'ulteriore proroga (al massimo di altri dodici mesi), se l'impresa presenta un piano industriale e un piano di ricollocazione. Per i lavoratori che invece stanno finendo Aspi, Naspi o mobilità si individua uno strumento simile all'Asdi, l'assegno di disoccupazione, da 500 euro al mese per un anno, senza vincoli di reddito (Isee o altro). Il piano costa circa 235 milioni (di cui 150 milioni per il sussidio da 500 euro e 85 per la proroga della Cig straordinaria). Il decreto correttivo del Jobs Act dovrebbe arrivare in consiglio dei ministri entro il 15-16 settembre, ha assicurato il ministro Poletti.
Formazione e politiche attive. In parallelo - e in collaborazione con Regioni (che finanzieranno "almeno il 20% della cifra che abbiamo messo noi in funzione di una politica attiva", ha chiarito Poletti) e Anpal, la nuova agenzia nazionale per le politiche attive guidata da Maurizio Del Conte - saranno attivati percorsi di formazione dei lavoratori e ricerca di un nuovo posto, con l'idea di sperimentare proprio a partire da queste nove aree di crisi l'assegno di ricollocazione che partirà a fine anno. L'idea è quella di favorire al massimo il ritorno ad una occupazione per la maggior parte dei lavoratori in un tempo breve, senza aspettare la scadenza degli ammortizzatori. In alternativa, il lavoratore può rinunciare al tentativo di ricollocazione e accettare un'offerta conciliativa, cioè un indennizzo pari a un mese di stipendio per ogni anno di lavoro. Le stesse aziende saranno chiamate a presentare un proprio piano che preveda il rientro dei lavoratori. Di questa seconda parte però non si è discusso nella riunione di oggi. E il tema sarà ripreso nei successivi confronti che coinvolgeranno anche Confindustria.
Stagionali. Soluzione a metà per i lavoratori stagionali ricorrenti di turismo e terme. Il Jobs Act ha dimezzato il loro sussidio di disoccupazione. Così che da quest'anno, dopo sei mesi di lavoro, si preparano a incassare solo tre mesi di Naspi e non sei. Nel vertice di oggi Poletti ha assicurato che quest'anno prenderanno quattro mesi anziché tre (costo 135 milioni). Le risorse totali garantite oggi dal governo - tra aree di crisi e stagionali - sono dunque 375 milioni.
Povertà. "Il nostro obiettivo per il 2017 sulla povertà è quello di avere a disposizione 1,5 miliardi di euro con cui riuscire a coprire l'intera platea di nuclei familiari con minori in difficoltà", ha poi aggiunto Poletti, rivelando l'intenzione del governo di più che raddoppiare lo sforzo di quest'anno (600 milioni).
Cgil critica. "Interventi parziali, non sufficienti, di sola risposta alle emergenze". Così il segretario confederale della Cgil, Serena Sorrentino, commenta le misure sugli ammortizzatori sociali emerse dall'incontro al ministero del Lavoro. "Noi chiedevamo modifiche più profonde sugli ammortizzatori. E anche l'intervento sulla Naspi è sbagliato, si tratta solo di un mese in più e tutela esclusivamente i lavoratori stagionali dei settori del turismo e delle terme". Anche le correzioni sui voucher non bastano: "Volevamo l'abolizione, ma il ministro ci ha detto che ci si limiterà alla tracciabilità".
Uil, primo passo. "Il piano del governo è solo un'aspirina, un tampone per l'emergenza ma è un primo passo per un intervento complessivo", apre il segretario confederale della Uil, Guglielmo Loy. "La febbre nei territori è ancora alta e il piano del governo serve solo ad abbassarla ma non cura la malattia. E' un tampone e ora serve un provvedimento più approfondito che salvaguardi anche i lavoratori al di fuori delle aree di crisi anche se apprezziamo che il governo abbia avviato una riflessione sul Jobs Act e che prenda atto della necessità di modificare la riforma degli ammortizzatori sociali".
Cisl, bella notizia. "Una risposta positiva, una bella notizia". Così il segretario confederale Cisl, Gigi Petteni. "Quando ci sono risorse per i lavoratori è sempre una risposta positiva. 500 euro in più per chi ha perso tutto è sempre un segno in più", dice ancora ribadendo come "poter dire a chi ha perso quasi tutto che avrà risorse almeno fino alla fine del 2017 è, per un contrattualista, un fatto positivo ed una bella notizia".
di VALENTINA CONTE
http://www.repubblica.it/economia/2016/09/06/news/crisi_aziendali_piu_ammortizzatori_e_politiche_attive-147260794/?ref=HREC1-24
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