Per un alcolizzato, disintossicarsi dall’alcol e smettere di bere è la cosa più difficile del mondo, e le terapie per guarire dalla dipendenza da alcol prevedono tipicamente un drastico taglio netto con le bottiglie, per passare ad un rigido regime di astemìa. E per questo per molti smettere di bere è molto difficile, e spesso presto ricominciano.
Per questo il fatto che un’associazione di volontari cerchi di guarire gli alcolizzati senzatetto dando loro da bere gratis pare una cosa totalmente assurda. Eppure sembra che la cosa funzioni molto bene.
L’idea è venuta ad un’associazione di Ottawa, in Canada, all’inizio degli anni 2000, che ha creato il “Managed Alcohol Program” (“Programma di alcol gestito”), che prevede di dare un bicchiere di vino bianco ai senza tetto ogni ora, tra le 7.30 della mattina e le 9.30 di sera.
In questo modo, si evitano i sintomi da astinenza da alcol, ma allo stesso tempo i “pazienti” bevono molto meno di prima. In più, dato che l’alcol viene fornito loro gratis, è molto più raro che commettano furti per ottenere soldi per comprare alcolici.
Il Managed Alcohol Program ha dimostrato un’efficacia decisamente notevole: spesso senzatetto si presentano all’inizio regolarmente ubriachi, bevendo qualunque cosa riescono a recuperare per strada, ma poi una volta seguito il programma si accontentano di quello che viene loro fornito gratuitamente, spesso riducendo ulteriormente il consumo e in qualche caso rinunciando poi completamente all’alcol.
L’efficacia è stata talmente sorprendente che un gruppo di ricercatori ha analizzato i risultati, rilevando che i “pazienti” sono passati da un consumo medio di 48 bicchieri al giorno a 8.
Ma conta anche la qualità dei risultati, oltre i numeri: un “paziente”, Ron Kirkpatrick, nel 2006 beveva una media di 7 bottiglie di vino al giorno, mentre ora si accontenta di una decina di bicchieri. Ed è molto più felice, oltre che molto più in salute: “Non sono in prigione, non sono ricercato tutto il tempo. Posso sedermi e rilassarmi fumando una sigaretta e bevendo un bicchiere senza che nessuno mi dica niente. Non potrei chiedere una vita migliore”.
Un’infermiera spiega: “L’alcol per molti di loro è un bisogno di base, e se non riescono a soddisfarlo nient’altro importa. Spesso è difficile, per loro e per gli altri, capire quanto è forte la loro dipendenza”. Per questo motivo, fornendo ai pazienti una quantità minima di alcol si soddisfa quello che è un loro bisogno primario, e si riesce poi a “ragionare” con loro su altri aspetti, permettendo loro di avere un’altra chance nella vita
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Volontari aiutano alcolizzati dando loro da bere gratis. E funziona.
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