Una nuova, eccezionale scoperta è stata annunciata ieri a Roma. Gli scavi per la Metro C hanno portato alla luce dei castra, 39 ambienti che costituivano gli alloggi militari di un edificio grandissimo e di cui a tutt’oggi si ignorano le reali dimensioni. Si trovano alle pendici meridionali del Celio, e conservano ancora alcuni affreschi e mosaici.
I ritrovamenti occupano un’area di 1.753 metri quadrati e risalgono alla prima metà del II secolo, probabilmente all’epoca dell’imperatore Adriano (76-138 d.C.).
Una scoperta di enorme interesse per la storia di Roma: qui alloggiavano i soldati che andavano ad allenarsi nel vicino Campo di Marte, oggi piazza San Giovanni. Lì ogni anno, tra febbraio e marzo, si festeggiava Marte, dio della guerra, e si allenavano le milizie e la cavalleria imperiale.
Un enorme edificio
La caserma è emersa a 9 metri di profondità, nel cantiere della stazione Amba Aradam-Ipponio. Era stata scoperta tra novembre e dicembre del 2015, durante le indagini archeologiche.
Grazie ai bolli impressi sui mattoni, è stato possibile datare l’enorme struttura ai tempi dell’imperatore Adriano. «Si tratta di una scoperta tanto eccezionale quanto inaspettata – ha aggiunto il soprintendente ai Beni archeologici per Roma Francesco Prosperetti – queste caserme furono abbattute per favorire la costruzione delle mura aureliane tra il 271 e 275».
Le foto mostrano quel che resta di 39 stanze quadrangolari, collegate da corridoi paralleli, con muri in laterizio intonacati di rosso e pavimenti a mosaico con disegni geometrici in bianco e nero. A poca distanza dalla caserma vi era un ossario del V secolo d.C. con i resti di 12 persone.
Le dimensioni del complesso sono imponenti: la parte riportata alla luce copre più di 1.700 metri quadrati, e probabilmente un’altra parte consistente è ancora sepolta, dieci metri sotto il livello delle strade. Dai rilievi preliminari svolti nei mesi precedenti non era emerso niente che facesse sospettare l’esistenza di un complesso così grande.
Un cantiere infinito
«Oggi abbiamo la possibilità di renderle godibili ai romani attraverso un nuovo progetto di questa stazione. Faremo un restauro ed un successivo distacco degli affreschi e dei mosaici. Il vero tema è come questo ritrovamento potrà influenzare l’aspetto della futura stazione. Andranno spostate le scale mobili ad esempio e dovremo dare anche un significato a questo spazio», ha detto Prosperetti.
«I lavori non si interromperanno. Non ci sarà alcuno stop al cantiere. Ovviamente il progetto della stazione subirà cambiamenti. Il piano è riprogettare gli aspetti funzionali e architettonici in funzione del ritrovamento che sarà smontato e rimontato come era e dove era. Come conservare i resti è un tema che stiamo approfondendo attraverso una richiesta fatta alla stazione appaltante ed al consorzio appaltatore di un progetto di fattibilità di questo intervento. Ci sarà consegnato a breve», ha dichiarato Prosperetti durante il sopralluogo alla stazione.
«La nostra idea è che si possa operare sostanzialmente su tre direttrici: il restauro ed il successivo stacco dei mosaici, il restauro ed il successivo stacco degli affreschi, il sezionamento delle murature ed il loro accantonamento nel cantiere per una successiva ricollocazione. L’idea di sezionare i ritrovamenti ed accantonare qui vicino l’impianto è qualcosa che non ci spaventa».
ilfattostorico.com
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