Nel 1934 muore il cane Hachikō, aveva atteso per 10 anni il padrone morto
Dopo la morte del suo padrone, Hachikō si recò ogni giorno, per dieci anni, ad aspettarlo alla stazione in cui l'uomo prendeva il treno per recarsi al lavoro
Hachikō nato nel 1923, fu un cane di razza Akita, passato alla storia per la sua infinita fedeltà nei confronti del suo “padrone”, il professor Hidesaburō Ueno. Ueno morì improvvisamente nel 1925 e il cane, che era molto legato all’uomo, si recò ogni giorno, per ben dieci anni, ad aspettarlo alla stazione in cui l’uomo prendeva quotidianamente il treno per recarsi al lavoro. La vicenda ebbe un enorme riscontro nell’opinione pubblica dell’epoca e ben presto Hachikō divenne, in Giappone, il simbolo per eccellenza di affetto e lealtà. Tanto che nel 1934, al fedele animale venne dedicata una statua e la sua storia fu persino trasformata in soggetto cinematografico e letterario.
Hachikō, conosciuto anche come Chūken Hachikō (ovvero, letteralmente cane fedele Hachikō), veniva chiamato dal suo padrone semplicemente Hachi, che in giapponese significa “otto“, numero considerato di buon auspicio, mentre il suffisso “kō” inserito in seguito è semplicemente un vezzeggiativo. Hachikō morì a Shibuya, l’8 marzo 1935, di filariasi, all’età di undici anni, dopo aver atteso invano per ben dieci anni il ritorno del suo padrone. La notizia trovò posto in tutte le prime pagine dei giornali giapponesi e venne dichiarato un giorno di lutto nazionale. L’8 marzo di ogni anno, ancora oggi, in Giappone viene organizzata una cerimonia per ricordare Hachikō, alla quale partecipano amanti dei cani che vogliono omaggiare la sua fedeltà e la sua devozione.
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