L'evoluzione in un bunker
Quanto tempo occorre perché un animale si adatti a un nuovo ambiente?
Occorrono migliaia di anni e centinaia di generazioni perché un animale si adatti a un nuovo ambiente? O si può vedere l'evoluzione "al lavoro" anche in tempi brevi, magari pochi decenni?
A sostegno di questa ultima ipotesi arriva uno studio sul geotritone di Strinati, un piccolo anfibio, lungo circa 10 centimetri, endemico di un'area che va dall'Appennino Ligure fino alla Francia. Un gruppo di studiosi dell'Università di Genova e della University of Iowa ha monitorato tre popolazioni di Hydromantes strinatii che vivono in Liguria, in ambienti diversi: un bosco di latifoglie, una grotta naturale e un bunker scavato nella roccia nell'entroterra genovese durante la Seconda guerra mondiale.
L'obiettivo era capire se il corpo dell'animale presentasse adattamenti diversi a seconda dell'habitat. Gli studiosi hanno usato un metodo d'indagine detto morfometria geometrica, che combina l'uso di fotografie e l'analisi al computer con software dedicati. Risultato: nei geotritoni che vivono in ambienti ipogei l'area delle zampe è maggiore, un tratto che facilita l'arrampicata sulle pareti. Ma soprattutto, gli anfibi stanziati nel bunker mostrano una zona interdigitale (lo spazio tra le dita) più ampia: segno che nei soli 70 anni passati dalla fine della guerra l'evoluzione ha fatto almeno una piccola parte del suo corso.
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