Il panorama normativo internazionale della marijuana sta cambiando rapidamente e sembrerebbe si stiano aprendo nuove opportunità per questo giovane ma promettente settore.
A fare da apripista in questa nuova fase sono gli Stati Uniti, dove l’industria della marijuana medica ha avuto una crescita significativa, pur essendo ancora piccola da un punto di vista dimensionale.
Qualcuno inizia a parlare di una green rush, una specie di corsa all’oro, riferendosi alle grandi potenzialità imprenditoriali di tutto il settore.
Secondo ArcView, società di ricerca americana specializzata in investimenti, le vendite di cannabis legale sono cresciute del 17% nel 2015 e sembrano destinate a crescere di un altro 25% nel corso del 2016. Nel 2020 il settore potrebbe arrivare addirittura ad una cifra di quasi 22 miliardi di dollari.
Numeri certamente impressionanti, ma che non devono far accantonare una certa dose di prudenza. Meglio inquadrare questo tipo di investimento in un orizzonte temporale di lungo termine, dal momento che non è del tutto esente da rischi, soprattutto nel breve termine. Rischi che includono la depenalizzazione o meno della marijuana a livello federale negli Stati Uniti e/o in altri paesi occidentali.
Tuttavia, nonostante le preoccupazioni di qualche osservatore, il business della marijuana medica ancora nelle prime fasi, potrebbe diventare sempre più interessante nei prossimi anni.
È certamente un settore multimiliardario e chi compra partecipazioni nelle piccole aziende esistenti, potrebbe ritrovarsi azionista di futuri giganti del settore. Ma, come detto, ci vorrà tempo e non è certamente l’investimento ideale per chi voglia arricchirsi velocemente.
Inoltre, come avviene in quasi tutti i nuovi settori emergenti, è bene fare molta attenzione alle offerte truffaldine, che promettono profitti mirabolanti facendo affidamento sulla mancanza d’informazione e sull’ingordigia di qualche investitore poco attento.
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