La “torre di Babele” e “Sodoma e Gomorra” secondo le tavolette sumeriche
Nelle tavole sumeriche vengono raccontati anche altri eventi che saranno ricopiati per la costruzione della Bibbia, come nel caso della torre di Babele, che troviamo nella tavola K.3657 della biografia di Marduk, sgradito al dio Enlil per la sua pretesa regale.
In questa tavola si parla dell’esilio di Marduk e del suo ritorno nelle terre di Canaan, grazie all’aiuto del figlio Nabu, al fine di raggruppare i suoi seguaci per dirigersi in Mesopotamia e costruire una grande torre a gradoni, o “Esagila” (Casa del grande dio).
Questo provocò la reazione del dio Enlil che lo prese come un affronto, in quanto quelle terre erano sotto il suo dominio e di quello del figlio Ninurta. Enlil dopo aver chiesto invano aiuto al padre Anu e alla madre di Marduk, Damkina, decise per un intervento militare, che riprendiamo dal testo sopra citato:
“durante la notte il signore del cielo [Enlil] scese sulla terra, ma gli uomini contro di lui si scagliarono. Egli rase allora al suolo la città, e il suo comando fu che fossero dispersi e le loro menti confuse.”
L’intervento fu decisivo, in quanto se Marduk e suo figlio fossero riusciti a costruire lo Ziggurat, o torre di Babele, il cui vero significato è “Porta degli dèi” (BAB.ILU), essi avrebbero aperto un varco di accesso al dominio delle terre mesopotamiche sotto il controllo della fazione enlilita, con vari templi dedicati al dio Enlil, Ninurta, Ishkur, Inanna e Utu.
Il plagio biblico è anche in questo caso evidentissimo; infatti nella Bibbia leggiamo in Genesi:
[1] Tutta la Terra aveva una sola lingua e le stesse parole.
[2] Emigrando dall’oriente gli uomini capitarono in una pianura nel paese di Sennaar e vi si stabilirono.
[3] Si dissero l’un l’altro: «Venite, facciamoci mattoni e cuociamoli al fuoco». Il mattone servì loro da pietra e il bitume da cemento.
[4] Poi dissero: «Venite, costruiamoci una città e una torre, la cui cima tocchi il cielo e facciamoci un nome, per non disperderci su tutta la Terra».
[5] Ma il Signore scese a vedere la città e la torre che gli uomini stavano costruendo.
[6] Il Signore disse: «Ecco, essi sono un solo popolo e hanno tutti una lingua sola; questo è l’inizio della loro opera e ora quanto avranno in progetto di fare non sarà loro impossibile.
[7] Scendiamo dunque e confondiamo la loro lingua, perché non comprendano più l’uno la lingua dell’altro».
[8] Il Signore li disperse di là su tutta la Terra ed essi cessarono di costruire la città.
[9] Per questo la si chiamò Babele, perché là il Signore confuse la lingua di tutta la Terra e di là il Signore li disperse su tutta la Terra (Genesi 11: 1-9).
Gli elementi in comune con le tavole sumeriche sono:
1. la costruzione di una città con una torre;
2. l’appello di Yahweh ad altri dèi;
3. la distruzione della torre;
4. la dispersione del popolo in varie terre;
5. la confusione dalle menti di Enlil e delle lingue di Yahweh.
Noi del Progetto Atlanticus abbiamo approfondito il tema trovando estremamente interessante leggere alcuni elementi dell’esegesi cristiana e di quella ebraica per capire perché gli Enliliti fossero contrari alla “realizzazione” della Torre, tanto da volerla distruggere.
Gli ebrei collegano la costruzione della Torre alla conoscenza di alcuni segreti, precedentemente posseduti esclusivamente da dio, che alcuni uomini dell'epoca utilizzarono tramite la stregoneria, cosa non ammessa, per governare gli angeli che dovevano unicamente sottostare alla Volontà divina. Quegli uomini che commisero questa trasgressione vollero poi attaccarsi al potere delle stelle e delle costellazioni per dirigerlo verso il Mondo Inferiore ed utilizzarlo a proprio piacimento senza alcuna adesione all'Onnipotenza divina.
Fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Torre_di_Babele
Un Midrash, nel testo di Bereshit Rabbah, racconta che gli uomini colpevoli del peccato di sfida nei confronti di Dio con la Torre di Babele vennero trasformati in scimmie, metafora, secondo il Progetto Atlanticus, di un ritorno allo stato ‘animale’ dell’uomo di cui alle sue origini, prima di essere “ibridato” con l’aspetto divino.
Penso sia superfluo poi ricordare che l'ideatore e l'architetto della torre di Babele più accreditato sia Nimrod. Quello stesso Nimrod pronipote di Noè, descritto come un gigante, un uomo potente, che proposte agli uomini l’adorazione del Fuoco, trasmettendo – in qualche modo – agli uomini l’arte della cottura; insomma, un precursore dell’alchimia, se non addirittura uno dei primi ‘insegnanti’ dell’Arte e per questo così importante nel mondo esoterico-massonico tanto da essere considerato essere il primo massone.
Nella simbologia cristiana, inoltre pare significativo che, durante la Pentecoste, gli apostoli grazie al dono dello Spirito Santo, tornino ad essere comprensibili da popoli parlanti lingue diverse, vincendo così la spaccatura originata a Babele descrivendo un Gesù Cristo che si pone all’antitesi dell’azione di Yahweh decine di migliaia di anni prima. La Torre di Babele viene infatti costruita subito dopo il Diluvio Universale, in un tempo in cui gli uomini parlavano tutti la stessa lingua, essendosi appena terminata quella magnifica esperienza socio-economico-politica (ma non solo) rappresentata dal modello sociale enkilita di Atlantide.
Osserviamo ancora una volta pertanto la figura di Gesù Cristo come colui che viene a terminare l’opera di Enki e il suo sogno di una società umana perfetta e in perfetta armonia con il proprio spirito e la natura di Gaia-Terra, in contrapposizione con il Yahweh enlilita che al contrario interviene temendo i rischi di una società umana organizzata.
Ma il patto era stato sottoscritto anche da Enlil, patto di concessione a scadenza dell’insieme di sovranità del pianeta all’uomo dopo il diluvio. (parte di sovranità oggi cedute dall’uomo ad altre forze… ma questa è un’altra storia).
Poi Dio parlò a Noè e ai suoi figli con lui dicendo: «Quanto a me, ecco, stabilisco il mio patto con voi, con i vostri discendenti dopo di voi e con tutti gli esseri viventi che sono con voi: uccelli, bestiame e tutti gli animali della terra con voi; da tutti quelli che sono usciti dall'arca, a tutti gli animali della terra. Io stabilisco il mio patto con voi; nessun essere vivente sarà più sterminato dalle acque del diluvio e non ci sarà più diluvio per distruggere la terra».
http://www.ufoforum.it/topic.asp?TOPIC_ID=12280
http://www.ufoforum.it/topic.asp?TOPIC_ID=12199
Patto che prevedeva l’intervento degli enkiliti per consegnare nuovamente una piccolissima porzione di quelle antiche tecnologie e conoscenze proprie del periodo atlantideo affinchè l’umanità potesse riavviare la propria società senza il rischio di estinguersi.
Nasce la civiltà umana ‘moderna’, così come descritto nell’articolo “Le origini dell’uomo moderno” nel quale tra le altre cose si sostiene la tesi di Kramer che vede i Sumeri come antenati del popolo ebreo,
http://www.ufoforum.it/topic.asp?TOPIC_ID=12199
dando pertanto spiegazione alle fortissime analogie tra la Bibbia e i testi sumeri come appunto “Enmerkar e il signore di Aratta”. Enmerkar è un re leggendario che la lista reale sumerica colloca tra i mitici sovrani della I dinastia di Uruk. Lista ripresa da quel Beroso contemporaneo di Alessandro Magno; Beroso - che sosteneva di poter consultare tavolette che riportavano osservazioni astronomiche di cinquecentomila anni addietro.
Ma gli enkiliti, tra cui ovviamente Nimrod, in quanto nipote di Noè, esagerarono, trasmettendo anche una serie di conoscenze (che oggi chiamiamo alchemiche, esoteriche) che non erano previste nel patto originale e che permisero la costruzione della Torre di Babele e di ciò che essa rappresentava, ovvero una nuova e ricostituita Atlantide, un Nuovo Ordine Mondiale, guidato però dalla ‘luce’ di una conoscenza universale che Enki avrebbe voluto condividere con tutta l’umanità e tutti gli elementi di questa e pertanto ‘positivo’.
Solo molto dopo il corrotto carattere dell’uomo farà sì che un ristrettissimo gruppo di persone utilizzerà queste stesse conoscenze per realizzare il dominio totale sul resto dei loro simili: il NWO ‘negativo’ che siamo purtroppo abituati a conoscere.
Ma per Enlil questo era un rischio troppo grande. L’umanità sarebbe stata lasciata da sola da lì a qualche migliaio di anni e, come sostenuto nel libro “Genesi di un enigma”, gli enliliti temevano che gli uomini non sarebbero mai stati in grado di autogestirsi in modo armonioso con la natura e lo spirito, ancor meno se in possesso di determinate conoscenze/tecnologie.
Quindi decide di intervenire, riducendo le concessioni fatte da Enki, distruggendo la Torre e confondendo le menti, ovvero facendo perdere la conoscenza di quel linguaggio universale ricordato in Genesi con la dicitura “Tutta la Terra aveva una sola lingua e le stesse parole”. La decisione di Enlil sancita nel patto fu che l’uomo doveva partire da zero, dall’agricoltura e da società primitive e non già in possesso di tecnologie e conoscenze così avanzate diffuse universalmente attraverso l’uso di un linguaggio altrettanto universale.
E quale è il linguaggio universale per eccellenza? La matematica.
Diversi aspetti della cabala ebraica sono legati ai numeri. Il nome Qabbalah in ebraico significa dottrina ricevuta, tradizione. Ad ogni nome veniva associato un numero ed ad ogni numero un significato metafisico. Si dice che nel mondo ci sono solo 36 cabalisti e che, tramite la Cabala, essi possano operare dei prodigi. Infatti, qualsiasi nome, con il suo suono, può produrre delle vibrazioni nel nostro spirito tali da provocare eventi soprannaturali. Addirittura, chi conosce il vero nome di Dio, pronunciandolo, può provocare prodigi e miracoli. La Cabala associa ad ogni nome un valore numerico e tale valore numerico ha una valenza ed una vibrazione metafisica.
Se vogliamo cercare una vera origine della Cabala, noi la troviamo all'esterno dell'Ebraismo, in Pitagora di Samo (588-500 a.C.) e la sua scuola numerologica di Crotone.
Matematica che è strettamente collegata al concetto di ‘sezione aurea’, così tanto caro agli architetti e scultori del periodo classico, ma anche agli artisti rinascimentali come Leonardo da Vinci
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Ma soprattutto tanto cara alle prime logge di costruttori e scalpellini coinvolti nella costruzione delle cattedrali gotiche.
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Matematica le cui applicazioni sfociano in una società tecnologicamente avanzata nell’industria informatica, il che ci porta con il pensiero a computer internet e a concetti come villaggio globale.
E’ allora possibile che il riferimento biblico a una unica lingua e a un unico popolo fosse in qualche modo legato anche alla possibilità che, prima dell’intervento di Enlil di distruzione della Torre di Babele, Noè e la sua gente, sbarcata dall’Arca, avesse tecnologie simili? D’altronde se pensiamo al fatto che costoro provenissero direttamente dall’avanzata civiltà madre antidiluviana mi sembra impensabile che nessuno di loro si fosse portato dietro l’equivalente del nostro MAC … voi non vi portereste dietro il vostro portatile se vi dicessero che il mondo sta per finire?!
Enlil, temendo da sempre che il sapere alchemico-esoterico potesse venire utilizzato in modo malvagio dagli esseri umani, troppo legati all’aspetto animale del loro essere, cerca di limitare i danni, togliendo il supporto del linguaggio universale, Ia matematica e le sue applicazioni alchemiche ‘scientifiche’ (p.es. architettura) e ‘magiche’ (cabala)
Ovviamente non vi è riuscito del tutto, poiché taluni iniziati hanno mantenuto il segreto concesso da Enki. Come poi questo segreto venne utilizzato, a volte per il progresso dell’uomo, a volte per il dominio dello stesso, è scritto nella nostra storia, la stessa storia che sto cercando di analizzare e descrivere nelle pagine del Progetto Atlanticus.
Di certo vi è un fatto… ci sono oggi alcuni organismi che nella loro simbologia si rifanno all’epopea di Nimrod e al mito della Torre di Babele.
Facendo riferimento alla possibilità di utilizzare i segreti esoterici per il progresso o per il dominio sul mondo, lascio a voi il commento su quali scopi queste persone possano avere…
http://ufoplanet.ufoforum.it/
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