Il governo dell’Ecuador ha dichiarato lo stato di emergenza dopo il risveglio del vulcanoCotopaxi, ad appena 45 chilometri dalla capitale Quito e considerato uno dei più pericolosi del mondo. Le autorità hanno inoltre ordinato lo sgombero precauzionale di circa 400 persone che risiedono nelle zone immediatamente circostanti il vulcano; lo stato di emergenza prevede il potere di “censura preventiva” sulle notizie diffuse in merito all’attività del vulcano, in modo da – come si legge nel decreto ufficiale – “evitare il panico” nella popolazione.
La sola istanza autorizzata dal governo ad informare sulla situazione del Cotopaxi rimarrà quindi il Ministero per la sicurezza nazionale. Il vulcano – che venerdì e sabato ha emesso alte colonne di ceneri – era entrato in eruzione l’ultima volta nel 1877: da allora la sua attività è stata moderata. La sua pericolosità deriva dal fatto che data la sua altezza – sfiora i 6mila metri – l’abbondanza di neve e ghiaccio sulla cima rischia – in caso di parziale scioglimento dovuto al calore – di provocare frane e valanghe in grado di travolgere le numerose località immediatamente a valle anche in assenza di una vera e propria colata di lava.
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