Il Jumbo Jet rischiò di non scendere mai dai tavoli dei progettisti a causa del programma di austerità nazionale avviato dall’amministrazione Johnson
Il 9 febbraio 1969 il battesimo del volo della “Regina dei Cieli”. Il Boeing 747, prima dell’arrivo, negli ultimi anni, dell’Airbus A380 è stato di gran lunga il più grande aereo passeggeri del mondo, capace di ospitare fino a 524 passeggeri (nella versione 747-8) e utilizzato anche per l’Air Force One presidenziale. Quel 9 febbraio dunque questo gigante dei cieli per la prima volta alzava in volo la sua inconfondibile fusoliera con la “gobba”, custode del più famoso dei salotti aerei di prima classe. Ma il Jumbo Jet rischiò di non scendere mai dai tavoli dei progettisti a causa del programma di austerità nazionale avviato dall’amministrazione Johnson. Dovette intervenire Juan Trippe, il visionario fondatore della Pan Am che aveva ordinato tre anni prima alla Boeing di produrre il colossale quadrimotore, in 25 esemplari, a convincere il presidente americano che lo sviluppo costante del 747 era nell’interesse della nazione in quanto le enormi dimensioni del velivolo avrebbero permesso a più persone di volare a tariffe più basse. Nacque così il “Piano Everyman” che, con la Boing sull’orlo del fallimento, permise l’avvio della prima rotta fissa, la New York-Londra, il 21 gennaio 1970 (quel primo velivolo finirà distrutto nel disastro di Tenerife) e l’inizio della storia dei voli aerei di massa. Dalla fabbrica Boeing di Everett usciranno oltre 1.400 apparecchi su cui verrà stampato il marchio azzurro Pan Am.
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