Is a Kobane. Onu: "Serve azione internazionale". Turchia in rivolta per i curdi: 14 morti nelle piazze



I jihadisti conquistano tre quartieri, ma i militanti curdi (Ypg) resistono. Oltre il confine concentrati 10 mila soldati e decine di carri armati turchi, ma non arriva l'ordine di intervenire. Erdogan: "Serve intervento di terra". Violente manifestazioni e vittime nelle città contro l'attendismo di Ankara. In Siria rapiti un parroco e fedeli cristiani, suora italiana scampa al sequestro

BEIRUT - Kobane è allo stremo. La città siriana di popolazione curda vicino al confine con la Turchia, dove già da ieri sventolavano le bandiere nere dello Stato islamico, è stretta nella morsa dell'Is. Ormai si combatte in strada, casa per casa. I militanti Is sono entrati dalla parte a sud-ovest, conquistando edifici e punti d'attacco in tre lati. "L'Is è dentro, circa 50 metri all'interno", ha spiegato Rami Abdulrahman, capo dell'Osservatorio siriano per i diritti umani. "I militanti controllano tre quartieri della città, l'area industriale, Maqtala al-Jadida e Kani Arabane, e stanno tentando l'assalto ad alcune aree a nord ed est". L'Osservatorio ha riferito che negli scontri di ieri sono stati uccisi 34 jihadisti e 16 peshmerga. Le forze curde li hanno respinti fuori dalla parte orientale. I combattenti dell'Unità di difesa del popolo (Ypg) combattono da soli.

Kobane "sta cadendo" nelle mani dei jihadisti, ha detto il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, "il terrore non terminerà fino a quando non collaboreremo per un'operazione di terra", ha aggiunto, ribadendo che i raid aerei si sono rivelati inutili, non sono serviti a rallentare l'offensiva dello Stato islamico che è ben armato, dotato di visori notturni, pronto ad agire anche di notte.


Scoppia la protesta, media turchi: "Morti nelle piazze". Ma per l'assedio a Kobane è anche esplosa la rabbia delle piazze in tutta la Turchia. Migliaia di cittadini sono scesi nelle strade in tutto il mondo, da Parigi a Berlino, da Amsterdam a Roma, per solidarietà con i curdi, ma in Turchia la protesta sta assumendo i caratteri di una rivolta con incidenti in numerose città: secondo alcuni media turchi citati dalla France Press, almeno nove persone sono morte negli scontri tra manifestanti e forze dell'ordine durante le manifestazioni per l'inerzia del governo di Ankara e della comunità internazionale. Hakan Buksur, 25 anni, è stato colpito mortalmente ad Ankara da un proiettile sparato dalla polizia. Altre due vittime si sono registrate a Diyarbakir, al più grande città curda. Incidenti anche nel distretto di Varto, nella provincia orientale di Mus (VIDEO), ad Hakkari, Van, Batman, Mardi e ancora a Kadikoy, Antakya e Antalya.

Is a Kobane. Onu: "Serve azione internazionale". Turchia in rivolta per i curdi: 14 morti nelle piazze
Proteste a Istanbul. La polizia ha attaccato il presidio di protesta davanti al liceo di Galatasaray sulla centrale via Istiklal e a Kadikoy, sulla sponda asiatica facendo uso di idranti e lacrimogeni. (foto da Twitter)
MAPPA - DOSSIER VIDEO - I DRAPPI NERI DELL'IS

L'Onu: urgente intervento internazionale - L'allarme di Erdogan è stato amplificato da Staffan de Mistura, inviato dell'Onu in Siria: la comunità internazionale deve "agire subito" per difendere Kobane sul punto di cadere nelle mani dell'Isis. "Il mondo, noi tutti deploriamo che l'Is sia in grado di prendere il controllo di una città che si è difesa coraggiosamente ma che potrebbe non riuscire piu" a farlo. "Il mondo - ha aggiunto - ha visto con i suoi occhi cosa accade quando una città in Siria o in Iraq è conquistata dall'Isis: massacri, tragedie umanitarie, stupri, violenza orribile. Kobane è sotto assedio da tre settimane. Ci sono 400 mila abitanti, sono tutti curdi e si difendono tutti con grande coraggio. Adesso però gli abitanti di Kobane sono molto vicini a non farcela più. Combattono con armi normali mentre l'Isis ha carri armati e mortai. La comunità internazionale li deve difendere perché non può sostenere che un'altra città cada nelle mani dell'Is. Ora serve un'azione concreta". 

Centinaia di curdi fanno irruzione nell'Europarlamento. Un centinaio di manifestanti curdi hanno fatto irruzione anche nel Parlamento europeo a Bruxelles per sollevare l'attenzione sulla situazione. L'irruzione ha provocato diversi feriti tra le forze di sicurezza. "Un gruppo di circa cento manifestanti ha sfondato il dispositivo di sicurezza della polizia ed è riuscito a entrare nel palazzo forzando una porta girevole. I colleghi della sicurezza che sono stati feriti hanno tutto il nostro sostegno," si legge nella nota del presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz, allo staff del Palazzo. 






Turchia non interviene. Erdogan è dunque chiuso nella tenaglia tra l'attesa di decisioni internazionali e la pressione della piazza. A un passo da Kobane, in territorio turco da giorni stazionano 10 mila soldati e decine di carri armati turchi. Sono schierati a meno di un chilometro dalla città, ma non ricevono l'ordine di intervenire. La Turchia interverrà "solo se la strategia degli Stati Uniti includerà un piano per il dopo Assad", ha detto ieri in un'intervista alla Cnn il premier Ahmet Davatoglu. Per ora dunque, Ankara si limiterà a sostenere Kobane fornendo aiuti umanitari. Un aiuto di cui nessuno ha più bisogno, perché Kobane è ormai una città fantasma. Inoltre la gendarmeria turca controlla da due settimane la frontiere per impedire l'arrivo di armi e aiuti umanitari alle milizie curde e ai cittadini di Kobane, impedendo in qualche caso anche il passaggio ai giornalisti. Le manifestazioni delle popolazioni curde, anche quelle pacifiche, sono state disperse con i gas lacrimogeni. I dirigenti curdi hanno accusato Ankara di ostacolare e mettere in pericolo le negoziazioni tra il governo e i guerriglieri. 

L'esodo dei curdi. La popolazione curda in fuga da Kobane continua ad andare in Turchia. Oltre 2 mila curdi siriani, compresi donne e bambini, sono stati evacuati. Si stima che 180 mila persone si siano rifugiate in Turchia dall'inizio dei combattimenti. Prima dell'offensiva, a Kobane ospitava i rifugiati della guerra civile tra i ribelli e il presidente Bashar al-Assad.

Is a Kobane. Onu: "Serve azione internazionale". Turchia in rivolta per i curdi: 14 morti nelle piazze
Suora italiana scampata a sequestro, sta bene. Nella notte tra domenica 5 e lunedì 6 ottobre in Siria sono stati rapiti un parroco e venti fedeli cristiani. Suor Patrizia Guarino, 80 anni di Avellino, missionaria in Siria, è riuscita a salvarsi e sta bene, è ospite di una famiglia del villaggio di Knayeh. "Purtroppo devo confermare la notizia del rapimento di padre Hanna Jallouf, parroco siriano nel villaggio di Knayeh, che è stato sequestrato insieme a una ventina di cristiani", ha detto il vescovo Georges Abou Khazen, vicario apostolico di Aleppo per i cattolici di rito latino. "Non sappiamo chi li abbia sequestrati, se gruppi di jihadisti o altri. Non riusciamo a contattare nessuno, e non siamo stati contattati. Ieri il convento è stato saccheggiato e altre persone del villaggio si sono nascoste. Tra i rapiti ci sono giovani, sia ragazzi che ragazze". Il villaggio siriano è sede non solo della parrocchia latina (di un asilo e di un centro per i giovani) ma anche di uno dei 4 centri di accoglienza creati dai frati della custodia di terra santa all'inizio del conflitto, di cui adesso si teme per la sopravvivenza.

In due mesi 1.768 raid Usa.
 I Paesi arabi e gli altri alleati occidentali degli Usa hanno finora condotto circa il 10 per cento dei raid aerei contro Is in Iraq e Siria. I jet Usa (che hanno iniziato l'8 agosto a colpire Isis in Iraq e il 23 settembre la Siria) hanno effettuato 1.768 bombardamenti mentre i jet degli altri membri ne hanno effettuati 195. Lo riferiscono fonti del Pentagono. Finora sono state sganciate in due mesi mille bombe e 47 missili da crociera Tomahawk, con una gittata fino a 2.500 chilometri. Da domenica gli Usa hanno anche iniziato a impiegare in Iraq gli elicotteri d'attacco Apache, nel paese da luglio ma finora inattivi. La campagna contro l'is è già costata agli Stati Uniti un miliardo e cento milioni di dollari, compresi 62 milioni di dollari spesi solo per i raid condotti dalla marina. Anche il Canada si unirà agli Usa e ad altri alleati nei raid aerei conro l'Isis in Iraq e Siria. Il parlamento ha infatti approvato con una stretta maggioranza la mozione del governo di Stephen Harper. Il premier ha comunque ribadito che il Canada non invierà truppe in missione di combattimento sul terreno.

Jihad, 4 arresti a Londra. 
La polizia londinese ha arrestato quattro giovani uomini sospetti terroristi, due di 21 anni e due di 20 anni, gli agenti hanno dovuto immobilizzare con la pistola Taser uno dei sospetti che ha resistito all'arresto. Secondo quanto reso noto da Scotland Yard, i quattro sono stati arrestati perché sospettati di partecipazione alla preparazione o all'istigazione di atti terroristici.

http://www.repubblica.it/

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Mondo Tempo Reale è il blog che dal 2010 vi racconta le notizie più incredibili, strane, curiose e divertenti: fatti imbarazzanti, ladri imbranati, prodotti assurdi, ricerche scientifiche decisamente insolite.
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