Un gruppo di archeologi subacquei ha scoperto sul fondo del Lago Titicaca, in Bolivia, un vero e proprio tesoro composto da pezzi d'oro e d'argento, ossa e ceramiche antiche di 1500 anni.
Posto a quasi 4 mila metri sul livello del mare, il Lago Titicaca, con i suoi 8 mila chilometri quadrati di estensione, è il più grande lago del Sud America. E’ talmente esteso che metà delle sue acque appartengono al Perù, mentre l’altra metà alla Bolivia.
Si tratta di un lago molto importante per la mitologia e la storia dei nativi sudamericani, e numerose sono le leggende che narrano di città sommerse nelle acque del Titicaca. Tuttavia, alcuni sorprendenti ritrovamenti fanno pensare che le leggende affondino le radici in avvenimenti realmente accaduti.
Un gruppo di archeologi subacquei, infatti, circa due mesi fa ha partecipato ad una spedizione sul fondo del lago Titicaca, grazie alla quale è stato possibile recuperare numerose reliquie appartenenti a epoche diverse, sia del periodo Inca che pre-Inca.
“Abbiamo trovato circa 2 mila oggetti e frammenti”, racconta Christophe Delaere, archeologo belga e codirettore del Progetto Huinaimarca. “Ci sono ceramiche e urne antiche di 800 anni”. I sommozzatori hanno esplorato varie parti del lago, trovando oggetti di epoche diverse.
Tra gli oggetti sono stati rinvenuti anche alcuni vasi di pietra, contenitori per l’incenso e figure di animali come il puma. I sommozzatori hanno portato in superficie anche 31 frammenti d’oro.
Gli archeologi sono convinti che questi oggetti siano solo l’inizio di altre scoperte che potrebbero rivoluzionare lo studio della civiltà Inca e pre-Inca. Il progetto è iniziato solo due mesi fa sul lato boliviano del lago e la maggior parte dei ritrovamenti è avvenuta nei pressi dell’Isola del Sol, dove secondo la leggenda i mitici fondatori dell’Impero Inca emersero dalle profondità del lago.
Secondo la mitologia Inca, l’Isla del Sol è il luogo della creazione. Dopo la grande alluvione, il dio Viracocha emerse dalle acque e creò il sole, la luna e le stelle. Poi si diresse verso Tiahuanaco per creare i primi esseri umani, Mallku Kapac e Mama Ocllo (la versione Ica di Adamo ed Eva).
Il fascino enigmatico del Perù e della Bolivia
Non è solo il lago Titicaca ad esercitare il proprio fascino enigmatico sui ricercatori di tutto il mondo. Non c’è dubbio che l’intera regione circostante il grande specchio d’acqua sia avvolta dal mistero.
A poca distanza, infatti, si trova l’antica città di Tiahuanaco, uno dei più grandi enigmi archeologici di tutti i tempi, situata a circa 800 metri sopra il livello del lago Titicaca. Certamente si tratta di una delle città più importanti dell’antico Sud America, essendo tramandata come il luogo dove sono stati creati i primi esseri umani.
Gli archeologi hanno dimostrato che la città, in un passato remoto, avesse addirittura un porto. Le strutture ritrovate nel lago Titicaca mostrano che il livello delle acque è drasticamente cambiato nel corso della storia.
Il dibattito sulla datazione delle rovine è molto acceso tra i ricercatori. Alcuni sostengono che la città debba essere collocata al 14 mila a.C., un periodo molto più antico rispetto a quello attualmente ritenuto come l’inizio della civiltà umana.
Uno dei ruderi più enigmatici del sito di Tiahuanaco è rappresentato dalla “Porta del Sole”, un’immensa opera architettonica scolpita da un unico blocco di pietra.
Le figure che decorano la pietra si ritiene abbiano connotazioni astronomiche. Altre, invece, somigliano molto a esseri umani muniti di ali e di caschi rettangolari.
Il rilievo centrale mostra una figura armata di due scettri a forma di serpente, attorniata da altre 48 figure alate, di cui 32 con volto umano e 16 recanti la testa di un condor.
La Porta del Sole venne così chiamata perché posizionandosi davanti ad essa all’inizio della primavera si può osservare che il sole sorge esattamente sopra la metà della porta. Una teoria sostiene che le 48 figure ricavate nella pietra rappresentino lo schema base di un calendario che sarebbe servito a determinare ulteriori riferimenti astronomici.
Lo “Stargate” di Hayu Marca
Quasi a 1300 chilometri a sud-est di Lima, in Perù, presso le rive del lago Titicaca, si trova l’enigmatica Puerta de Hayu Marca. A vederla, si rimane perplessi: una porta gigantesca, scavata nella solida roccia. Sembra davvero un accesso, ma non porta da nessuna parte!
Il sito si trova letteralmente in mezzo al nulla, ad oltre 4000 metri di altezza. La porta è larga sette metri e presenta una rientranza più piccola di circa 2 metri. Al centro presenta una piccola depressione circolare.
I nativi chiamano questa zona “Città degli Dei”, benchè non sia presenta nessun agglomerato urbano. Secondo le leggende, gli eroi del passato utilizzavano la porta per soddisfare i desideri degli dèi. Passando attraverso la porta, ottenevano l’immortalità.
Si narra di uomini che fecero ritorno sulla Terra attraverso la porta, in compagnia degli dèi, al fine di ispezionare i loro regni. Il cancello, di fatto, era il passaggio che conduceva al mondo delle divinità.
La depressione circolare al centro della porta serviva come alloggio di un dispositivo d’oro con il quale si apriva il passaggio dimensionale. Secondo Philip Coppens, autore e giornalista investigativo, “sembra una storia di moderna fantascienza.
Si racconta che il congegno fosse fatto tutto d’oro e di varie altre pietre preziose. Chiunque ne fosse in possesso poteva far funzionare la porta, stabilendo un contatto con gli dei”.
Ma esisteva davvero un congegno capace di attivare questa porta? E se sì, dove conduceva il passaggio? Secondo i teorici degli “antichi astronauti”, la porta degli dei è all’estremità di un tunnel spazio-temporale, una sorta di portale che collega ad un altra parte dell’universo o ad un altra dimensione.
http://www.ilnavigatorecurioso.it
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