Nell’ottobre 1790, il padre della chimica moderna, Antoine Laurent de Lavoisier, precorrendo i tempi di quasi un secolo, indicava felicemente le basi della meteorologia sinottica, scrivendo queste considerazioni, assai lungimiranti, apparse nel “Literary Magazine”:
«La previsione dei cambiamenti che interverranno nello stato del tempo è un’arte che ha i suoi principi e le sue regole. Essa esige una grande esperienza e l’attenzione di fisici molto esperti. Le basi di quest’ arte sono nella regolare osservazione giornaliera delle variazioni del barometro, della velocità e direzione del vento alle diverse altitudini, nonché dello stato igrometrico dell’aria. Con tutti questi elementi, quasi sempre riesce possibile prevedere, uno o due giorni in anticipo, e con una probabilità assai grande, il tempo che farà. Si ritiene, pertanto, che non sarebbe affatto impossibile pubblicare ogni mattina un ‘giornale di presagi’, esso sarebbe di grande utilità per la società stessa»

Sfortunatamente, nulla di quanto auspicato da Lavoisier e Romme trovò una concreta realizzazione, nell’immediato futuro, né in Francia, dove l’uso del telegrafo era limitato dal Governo ai soli scopi politici e militari, né, tanto meno, altrove. Sta di fatto che nessuna nazione, a quel tempo, era veramente interessata alla costituzione di un servizio meteorologico di stato, in quanto ben altre erano le questioni che stavano a cuore alla classe dirigente!

Ma, come accade sempre adesso, anche allora fu proprio negli Stati Uniti d’America che la telegrafia elettrica vennne per prima applicata alla meteorologia. Il merito fu del noto fisico Joseph Henry (1797-1878). Nel 1849, da poco segretario della Smithsonian Institution, egli, nel tentativo di organizzare un servizio di meteorologia in seno a tale prestigioso organismo scientifico, propose agli operatori telegrafici di sostituire, all’apertura mattutina degli uffici, il solito “okay” con un resoconto sul tempo in atto, riassunto in una sola parola: “sereno”, “pioggia”, ecc.
Tale idea ebbe presto un seguito in Inghilterra, per iniziativa dell’astronomo James Glaisher. Egli riuscì a costituire una rete di circa trenta stazioni “meteorologiche”. Sempre nel 1849, i rapporti telegrafici di ciascuna stazione, relativamente al vento (direzione e velocità) ed allo stato del tempo, incominciarono ad essere regolarmente pubblicati sul Daily News. Nel 1851, in occasione dell’Esposizione Internazionale di Londra, la compagnia telegrafica britannica presentava una carta sulla quale, attraverso dei simboli, venivano riportate le condizioni atmosferiche osservate contemporaneamente in diverse parti della Gran Bretagna.
Questa può essere considerata la prima carta sinottica del tempo a noi nota. Riprodotta litograficamente, essa fu perfino venduta al pubblico, al prezzo di un penny.
E adesso una domanda che riguarda i giorni nostri: come è andata ad Agosto? Siete stati al mare, magari a leggere un libro sotto un ombrellone. Tra i miei romanzi, il più venduto è stato “Quella notte al Giglio”. Tratto dalla storia vera, ed ancora attuale, della nave Costa Concordia, esso narra una storia d’amore in cui sono inseriti i fatti di cronaca, così come arrivavano in televisione in quelle ore di ansia e di attesa. I libri di Alfio Giuffrida si acquistano in libreria, oppure on line sul sito http://t.co/L1oZOWLK
Fonte http://www.meteoweb.eu/2013/08/la-prima-carta-sinottica-del-tempo/222543/
Fonte http://www.meteoweb.eu/2013/08/la-prima-carta-sinottica-del-tempo/222543/
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