Ma i draghi esistono realmente? Alcuni fatti da sapere su queste mitiche creature


I draghi sono le creature mitologiche più popolari al mondo. I racconti legati a questi enigmatici mostri sono presenti in molte culture, dall'Europa all'America, dall'India alla Cina.
Motivati da tale evidenza, alcuni studiosi hanno suggerito che queste creature possano essere realmente esistite in un remoto passato, altrimenti come spiegare il fatto che culture tanto diverse in continenti così lontani, si siano tramandate gli stessi racconti sui draghi?
Non è chiaro quando e dove siano nate le prime storie sui draghi, ma già i Sumeri raccontavano di enormi serpenti volanti nella loro mitologia. La credenza nei draghi non si fondava solo nelle leggende, ma anche in prove concrete che occasionalmente qualcuno rinveniva. Per millenni, nessuno sapeva come spiegare le ossa giganti che venivano alla luce dal terreno e quella dei draghi sembrava l'ipotesi più logica per persone che ancora non conoscevano li dinosauri.
Ad alimentare la credenza, c'erano anche i racconti dei marinai di ritorno dall'Indonesia, popolati dai famosi draghi di Komodo, un tipo di lucertola gigante, aggressiva e potenzialmente letale, che più raggiungere i 10 metri di lunghezza. Gli scienziati occidentali provarono definitivamente la loro esistenza intorno al 1910, ma le voci e le storie su queste bestie feroci circolavano da molto tempo prima.

In epoca medievale, la maggior parte delle persone che credeva nell'esistenza dei draghi, ne aveva sentito parlare nei racconti della Bibbia, ed è probabile che molti cristiani credessero nell'esistenza reale di questi mostri. Dopo tutto, il Leviathan (il mostro descritto in dettaglio nel libro di Giobbe) sembra avere proprio le caratteristiche di un drago:
"Il suo dorso è formato da file di squame, saldate con tenace suggello: l'una è così unita con l'altra che l'aria fra di esse non passa; ciascuna aderisce a quella vicina, sono compatte e non possono staccarsi. Il suo starnuto irradia luce, i suoi occhi sono come le palpebre dell'aurora. Dalla sua bocca erompono vampate, sprizzano scintille di fuoco.
Dalle sue narici esce fumo come da caldaia infuocata e bollente. Il suo fiato incendia carboni e dalla bocca gli escono fiamme. Nel suo collo risiede la forza e innanzi a lui corre il terrore. Compatta è la massa della sua carne, ben salda su di lui e non si muove. Il suo cuore è duro come pietra, duro come la macina inferiore. Quando si alza si spaventano gli dèi e per il terrore restano smarriti. 
La spada che lo affronta non penetra, né lancia né freccia né dardo. Il ferro per lui è come paglia, il bronzo come legno tarlato. Non lo mette in fuga la freccia, per lui le pietre della fionda sono come stoppia. Come stoppia è la mazza per lui e si fa beffe del sibilo del giavellotto. La sua pancia è fatta di cocci aguzzi e striscia sul fango come trebbia.
Fa ribollire come pentola il fondo marino, fa gorgogliare il mare come un vaso caldo di unguenti. Dietro di sé produce una scia lucente e l'abisso appare canuto. Nessuno sulla terra è pari a lui, creato per non aver paura. Egli domina tutto ciò che superbo s'innalza, è sovrano su tutte le bestie feroci”. (Gb 41,7).

Diverse tipologie di draghi
Sebbene la maggior parte delle persone sia in grado di immaginare facilmente un drago, le idee e le descrizioni possono variare notevolmente da cultura a cultura. Alcuni draghi hanno le ali, altri no. Alcuni draghi possono parlare o emettere fuoco. Alcuni sono lunghi pochi metri, mentre altri si possono estendere per centinaia di metri. Alcuni draghi vivono in palazzi collocati nelle profondità dell'oceano, mentre altri sembrano trovarsi in grotte profonde scavate nelle montagne.
Nel suo libro Giants, Monsters, & Dragons: An Encyclopedia of Folklore, Legend, and Myth, il noto folklorista Carol Rose spiega che i draghi sono caratterizzati dal fatto di essere composti da parti di animali differenti, come la testa di elefante in India, quella di un leone o un rapace in Medio Oriente, o più frequentemente, quella di un rettile. Il colore del loro corpo può variare dal verde al rosso, dal nero al giallo.

Protezione dei tesori
La parola “drago” deriva dal greco “Δράκων”, che significa “vedere”, “sorvegliare”, suggerendo che si trattasse di creature destinate alla guardia di tesori o oggetti di valore. Sicuramente è ingenuo pensare tesori di montagne di monete d'oro di proprietà del drago, anche perchè non si capirebbe cosa potrebbe farsene di tutto quel danaro una creatura del genere. Si tratta di tesori simbolici, finalizzati a giustificare le gesta coraggiose di prodi cavalieri che andavano in spedizione per combattere il drago, sottrarne il bottino e, in alcuni casi, liberare anche una bella fanciulla.

Il drago è uno dei pochi mostri mitologici concepito principalmente come un avversario potente e temibile, meritevole di essere ucciso, a differenza di altre creature quali i troll, gli elfi e le fate che pure interagiscono con le persone, ma il loro ruolo non è quello di avversario come nel caso dei mostri sputafuoco.
L'accentuazione della negatività del drago, almeno in occidente, si è verificata quando il cristianesimo interpretò la figura del drago come rappresentazione di Satana, sulla base del racconto biblico della colpa di Adamo ed Eva, dove il demonio è raffigurato come un serpente.
Nel Medioevo si tramandavano racconti di santi che hanno lottato e sconfitto Satana in forma di drago. Il più celebre di questi è stato San Giorgio, che nella storia che lo riguarda, si imbatte in una città assediata da un terribile drago. Il felice epilogo della storia vede la vittoria sul drago di San Giorgio, il salvataggio di una fanciulla prigioniera del mostro e l'uccisione della bestia nel segno della croce.

I cittadini della città, impressionati dalla fede e dal coraggio di San Giorgio, si convertono in massa al cristianesimo. Una storia simile riguarda anche la storia di San Colombano il quale, nel 565 d.C.. sconfisse una gigantesca bestia che terrorizzava la popolazione nei pressi del fiume Ness, in Scozia.
Gli studiosi pensano che la possibilità di sputare fuoco provenga dalle raffigurazioni medievali dei draghi come le porte di ingresso che conducono all'inferno, spesso rappresentate come la bocca di un enorme mostro, dal quale fuoriesce fuoco e fumo di zolfo. Se, come i medievali, si crede nell'esistenza letterale dei draghi e nell'esistenza letterale dell'inferno, l'associazione risulta alquanto logica!
Ad ogni modo, in una forma o nell'altra, queste misteriose creature accompagnano l'umanità da millenni. Attraverso i videogames, i giochi di ruolo e le pellicole cinematografiche, i draghi continuano a stimolare la nostra immaginazione collettiva e, a differenza dei dinosauri che hanno contribuito a ispirare le storie su di loro, nono mostrano alcun segno di estinzione.

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