Il 13% dei vulcani attivi e letali del mondo si trova in Indonesia, ed è proprio studiando e monitorando i vulcani che si trovano in questa attiva area della terra che si è dimostrato ancora una volta che è possibile prevedere con maggior precisione le eruzioni vulcaniche letali utilizzando un avanzatissimo radar satellitare capace di rilevare il rigonfiamento dei monti vulcanici provocato dal magma. L'Indonesia essendo posizionata sul bordo di importanti faglie tettoniche, è un Paese altamente soggetto a fenomeni sismici e vulcanici, sono infatti presenti sul suo territorio almeno 150 vulcani attivi, tra i quali il Krakatoa e il Tambora, entrambi famosi per la loro devastanti eruzioni nel XIX secolo. L'eruzione del super-vulcano Toba, circa 70.000 anni fa, fu una delle più grandi eruzioni mai verificatesi sulla terra, assumendo le caratteristiche di catastrofe globale.
In un recentissimo studio intitolato "Precursory inflation of shallow magma reservoirs at west Sunda volcanoes detected by InSAR" i cui risultati sono stati ora pubblicati su GEOPHYSICAL RESEARCH LETTERS, è stata monitorata la superficie e quindi i cambiamenti morfologici di 79 vulcani, usando proprio la tecnologia dello InSAR (Interferometric synthetic aperture radar). Usando i dati raccolti tra il 2006 e il 2009 gli studiosi hanno scoperto che 6 dei vulcani indonesiani oggetto del monitoraggio si sono "gonfiati" durante quel periodo e 3 di questi ultimi sono poi esplosi. Il monte Sinabung in particolare, la cui superficie ha subito delle modificazioni tra il 2007 e il 2008 ha eruttato nel 2010 costringendo l'evacuazione di 18.000 persone. Il problema attuale degli studiosi però è quello di avere i dati in tempo reale, in questo modo il monitoraggio assumerebbe un'utilità fondamentale sia dal punto di vista della ricerca scientifica ma soprattutto dal punto di vista delle allerte. Gli studiosi dell'Università di Miami, che si sono concentrati sull'Indonesia, sono molto fiduciosi sull'utilizzo futuro di questo strumento a questi scopi e non solo in Indonesia ovviamente.
Ma è proprio in questo paese del sud-est asiatico che questo strumento risulterebbe molto utile: i vulcani indonesiani sono ricoperti da una folta vegetazione pertanto il a terra risulta molto difficoltoso e impreciso, per questo un utilizzo dello InSAR sarebbe quanto mai risolutore di molti problemi oggi di difficile superamento. Tuttavia se l'avanzatissimo InSAR è utilizzato da molti anni nella ricerca accademica in diversi settori, tra cui la vulcanologia appunto, come accennato permangono alcuni problemi sul suo utilizzo che ne limitano l'uso. Sussistono infatti criticità legate ai dati archiviati spesso lacunosi, agli errori, ai problemi di trasmissione e all'analisi e rettifica dei dati in arrivo. Lo studio recentemente pubblicato però da nuova linfa alla ricerca scientifica sull'argomento, che deve proseguire al fine di ottimizzare strumenti che hanno la potenzialità di prevenire danni materiali ma soprattutto di evitare la perdita di vite umane.
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