Inoltre la Nato non nasconde affatto che nello spazio cibernetico il nemico numero uno sarebbe rappresentato dalla Russia, dalla Cina e dall’Iran.
Dice l’esperto Vladimir Evseev: “A mio avviso, queste manovre hanno un carattere provocatorio. Per rispondere ad un attacco cibernetico ci vuole tempo, mentre ad un attacco cibernetico non si risponde con le armi. Tutta questa iniziativa si inserisce nel quadro del peggioramento generale dei rapporti fra la Nato e la Russia”.
Nel contempo bisogna riconoscere che i paesi atlantici si occupano seriamente della sicurezza cibernetica. Dall’anno scorso l’esercito tedesco e’ in stato d’allerta per contrastare eventuali attacchi. In Inghilterra l’Università di Lester prepara programmatori per lo spionaggio e il controspionaggio, cioè per l'MI-5 e l'MI-6.
Dice l’esperto Alexandr Goltz: “La società moderna è molto vulnerabile, perchè abbiamo affidato alle tecnologie informatiche la gestione di tutti i maggiori processi, dagli acquedotti alle centrali nucleari”. Una intrusione in questi sistemi potrebbe avere effetti catastrofici. [Fonte].
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