La jihad vuole distruggere Sfinge e Piramidi: la follia dello sceicco Murgan Salem al-Gohary

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Il leader salafita egiziano Murgan Salem al-Gohary nel corso di una trasmissione televisiva lancia l’insolito appello a distruggere gli storici monumenti di Giza, in onore di Allah, così come i talebani hanno distrutto le statue di Budda in Afghanistan.
Lo frena, con un telefonata in diretta. Sheikh Abdel Fattah Moro, vice presidente del partito islamico tunisino Ennahda: Maometto, all'epoca della conquista dell'Egitto non distrusse le piramidi. "Chi sei tu per farlo?"
"La sfinge e le piramidi di Giza sono idoli che devono essere distrutti come hanno fatto i Talebani afghani" con i Buddha di Bamyan. E' la provocazione lanciata dal leader salafita egiziano, Murgan Salem al-Gohary, gia' condannato due volte per istigazione alla violenza sotto il regime di Hosni Mubarak.
La provocatoria proposta arriva nel corso di una trasmissione andata in onda su una tv privata egiziana e di cui dà notizia 'al-Arabiya'. "Allah - ha tuonato il salafita - ha ordinato al profeta di distruggere gli idoli. Quando ero con i Talebani abbiamo distrutto le statue di Buddha, visto che il governo non l'aveva fatto".
Le dichiarazioni di al-Gowary hanno suscitato la reazione immediata di Sheikh Abdel Fattah Moro, vice presidente del partito islamico tunisino Ennahda, il quale è intervenuto telefonicamente durante la trasmissione sottolineando che lo stesso comandante militare Amr Ibn al-Aas, uno dei più stretti consiglieri di Maometto, all'epoca della conquista dell'Egitto non distrusse le piramidi. "Chi sei tu per farlo?", ha domandato Moro ad al-Gowary, aggiungendo; "Il profeta ha distrutto gli idoli perchè la gente li adorava, ma la sfinge e le piramidi non sono adorate".
Il leader salafita non è nuovo a questo genere di provocazioni, come riporta il sito web del quotidiano 'Egitto Indipendente'. Gia' condannato all'ergastolo, al-Gowary si unì al jihad in Afghanistan dopo l'intervento militare Usa, rimanendo gravemente ferito. Nel 2007 dal Pakistan si spostò in Siria, dove le autorità lo arrestarono e poi lo consegnarono all'Egitto. Dopo la caduta di Mubarak, all'inizio dello scorso anno, è di nuovo libero.
I salafiti interpretano in maniera rigorosa il Corano e non tollerano ogni forma di idolatria, o quello che considerano tale. Il movimento radicale sunnita è in ascesa in Egitto come testimoniano i risultati delle ultime elezioni parlamentari. Venerdì migliaia di salafiti si sono radunati a piazza Tahrir, nel cuore del Cairo, per chiedere che la legge islamica venga inserita come "fonte principale" del diritto nella futura Costituzione egiziana. [Fonte].

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