Siamo abituati a pensare che molti sconvolgimenti geofisici e climatici siano provocati per mezzo di dispostivi sofisticati. Questo convicimento è giusto: dalle armi scalari, tragica ed involontaria eredità di Tesla, agli esperimenti che coinvolgono il dominio di fenomeni quantistici, dagli apparati a microonde ai dispositivi che irradiano basse frequenze, è tutto un pullulare di tecnologie avveniristiche e letali.
Tuttavia non bisogna dimenticare che, sin dagli anni ’40 del XX secolo, l’energia atomica è uno strumento bellico rozzo, ma idoneo a scopi funesti: così un maremoto, lungi dall’essere sempre un fenomemo naturale, può essere provocato facendo detonare degli ordigni nucleari. Negli anni ’50 del XX secolo, alcuni test causarono degli tsunami nel Pacifico, come testimoniato dalle riprese di Pat Bradley. L’arsenale delle élites è purtroppo pieno di diavolerie. Ricordiamocene, prima di attribuire ipso facto a Madre natura calamità di ogni genere.
Pat Bradley è un cameraman che assisté, alla fine degli anni ’50, ad alcuni test nucleari condotti dagli Stati Uniti nel Pacifico vicino alle Isole Marshall. La sua testimonianza accompagna le impressionanti riprese delle detonazioni sottomarine neli esperimenti “Wahoo” ed “Umbrella” del 16 maggio ed 8 giugno 1958.
Nel video, pubblicato dal sito AtomCentral, il racconto di Bradley accompagna le immagini terribili della colonna d’acqua, alta quasi 300 metri, e dell’onda generata che investe la nave che si trova a poche miglia di distanza. Si formarono tre ondate successive - ricorda Bradley - della quale la terza fu la più alta. Le abnormi onde sommersero l’atollo sul quale si trovava l’operatore, costringendolo ad arrampicarsi su una palma per sfuggire allo tsunami creato dalla potenza dell’esplosione.
(A cura di Matteo Marin)
Fonte: Ilupidieinstein.blogspot.it
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